La situazione in Venezuela è «particolarmente rilevante anche per l’Italia» per il legame «strettissimo» tra i due Paesi, «per i tanti italiani che vivono in Venezuela e per i tanti venezuelani di origine italiana. Una condizione che ci richiede senso di responsabilità e chiarezza su una linea condivisa con tutti i nostri alleati e i nostri partner l’Ue». Oggi il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha affrontato la questione venezuelana intervenendo all’inaugurazione del centro rifugiati Astalli a Roma. «Non ci può essere incertezza o esitazione sulla scelta tra volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato e dall’altro la violenza della forza e le sofferenze della popolazione civile», ha aggiunto il capo dello Stato. Il dibattito sulla posizione italiana si è riaperto in seguito alla scadenza dell’ultimatum posto a Nicolas Maduro e al riconoscimento di Juan Guaidó come presidente ad interim da parte di diversi Paesi europei (Regno Unito, Spagna, Francia, Austria, Svezia, Germania, Olanda, Lettonia e Lituania).
Les Vénézuéliens ont le droit de s’exprimer librement et démocratiquement. La France reconnaît @jguaido comme « président en charge » pour mettre en œuvre un processus électoral. Nous soutenons le Groupe de contact, créé avec l’UE, dans cette période de transition.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) February 4, 2019
Il presidente spagnolo, Pedro Sanchez, ha dato di persona l’annuncio, stessa dichiarazione è arrivata anche dal ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian: «Consideriamo che Juan Guaidó abbia la legittimità per indire delle elezioni presidenziali, il popolo è in strada, il popolo vuole il cambiamento».
Reconozco como presidente encargado de Venezuela a @jguaido, con un horizonte claro: la convocatoria de elecciones presidenciales libres, democráticas, con garantías y sin exclusiones.
No daré ni un paso atrás.
Por la libertad, la democracia y la concordia en #Venezuela— Pedro Sánchez (@sanchezcastejon) February 4, 2019
Non è mancato il riconoscimento da parte di Stoccolma: «in questa situazione sosteniamo e consideriamo Juan Guaidó come il legittimo presidente ad interim», ha dichiarato il ministro degli Esteri Margot Wallstrom alla televisione pubblica SVT. Mosca ha invece espresso le sue critiche e ha ribadito il suo sostegno a Maduro: «L’Unione Europea, invece di provare a svolgere un ruolo da mediatore nel quadro della crisi politica in corso in Venezuela, ha optato per l’imposizione di una serie di ultimatum al paese latinoamericano», ha dichiarato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, nel quadro della sua visita ufficiale attualmente in corso in Kirghizistan.
Il ministro degli Esteri messicano, Marcelo Ebrard, ha fatto sapere che parteciperà alla conferenza internazionale sulla crisi in Venezuela che si svolgerà il 7 febbraio a Montevideo: «Il Messico accoglie positivamente l’iniziativa per il dialogo convocata dal Gruppo di Contatto internazionale», che deve servire a «promuovere una soluzione pacifica e democratica della situazione in Venezuela». La riunione di Montevideo, convocata da Messico e Uruguay, doveva riunire in un primo tempo solo Paesi considerati «neutrali» riguardo alla crisi a Caracas, ma è stata poi associata al Gruppo di Contatto creato dall’Unione Europea per verificare se esistono le condizioni di un dialogo tra il governo di Maduro e l’opposizione. Il Gruppo di Contatto è composto da Paesi Ue — Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo, Regno Unito e Svezia — e dell’America Latina, oltre al Messico, anche Bolivia, Costa Rica, Ecuador e Uruguay.