Sono sempre più incoraggianti i risultati di Mosquirix, il primo vaccino sviluppato contro la malaria e distribuito su larga scala in alcuni Stati africani. A rivelarlo, in un’intervista al Guardian, è Mainga Hamaluba, ricercatrice clinica a Kilifi, in Kenya. «Quando sono stati presentati i risultati, mi sono venuti i brividi. La prima cosa che ho pensato è stata: forse ce la possiamo fare per davvero». Il vaccino “Rts,s”, che ha ricevuto il via libera dell’Oms nel 2021, ha dimostrato un’efficacia di prevenire la malattia del 77%.
Cos’è il Mosquirix?
Il 7 ottobre 2021 Mosquirix è diventato ufficialmente il primo vaccino contro la malaria a essere approvato dall’Organizzazione mondiale della sanità per una somministrazione su vasta scala. Anche se la sua efficacia non è totale, rappresenta un passo fondamentale nella lotta alla malaria. Si tratta, infatti, del primo vaccino sviluppato per una qualsiasi malattia parassitaria. «Come qualcuno di voi forse saprà, ho iniziato la mia carriera come ricercatore contro la malaria», aveva dichiarato il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, al lancio ufficiale di Mosquirix. «Ho aspettato a lungo il giorno in cui avremmo avuto un vaccino efficace contro la più antica e mortale delle malattie infettive. Finalmente quel giorno è arrivato».
La sperimentazione di Mosquirix è partita lo scorso anno in tre Paesi africani – Kenya, Ghana e Malawi – e lo scorso aprile ha raggiunto il primo traguardo: un milione di bambini hanno ricevuto una o più dosi del vaccino. A giugno, poi, è arrivata un’altra notizia incoraggiante. Al summit di Kugali, in Ruanda, un gruppo di Stati africani, aziende farmaceutiche e donatori internazionali ha annunciato l’ampliamento dei fondi destinati alla ricerca di vaccini sempre più efficaci contro la malaria, per un totale di 4 miliardi di dollari. Una cifra che fa ben sperare, ma resta ancora lontana dagli obiettivi dell’Oms: raccogliere 6,8 miliardi di fondi per ridurre del 90% i casi di malaria entro il 2032.
Intanto, la campagna vaccinale di Mosquirix potrebbe anche allargarsi. A luglio, Gavi – l’alleanza internazionale per i vaccini – ha invitato gli Stati africani a fare richiesta ufficiale per le somministrazioni del vaccino, che – dopo il successo delle sperimentazioni in Kenya, Ghana e Malawi – potrebbero estendersi a tutto il continente africano. Uno studio recente ha stimato che, se fosse distribuito nei paesi con la più alta incidenza di malaria al mondo, Mosquirix potrebbe prevenire ogni anno 5,4 milioni di casi e 23mila decessi di bambini di età inferiore ai cinque anni.
La malaria, oggi
La malaria è una forma di malattia febbrile acuta che si presenta con sintomi come febbre, mal di testa e brividi. Viene trasmessa dalle punture di zanzare infette e può portare al decesso anche in sole 24 ore, se non trattata in maniera adeguata. Si tratta della malattia che ogni anno miete più vittime in Africa e nel sud-est asiatico. L’ultimo rapporto dell’Oms stima che nel 2020 si siano verificati 241 milioni di casi di infezione da malaria, che hanno portato a 627mila vittime, due terzi delle quali avevano meno di cinque anni. Il 94% dei contagi e delle morti sono stati registrati in Africa, il continente che conta più Stati in cui la presenza della malattia è considerata endemica.
La sovrapposizione con l’emergenza sanitaria dovuta al Covid, poi, non ha fatto che peggiorare la situazione. Secondo l’Oms, sarebbero circa 47mila le morti aggiuntive che si sarebbero verificate nel 2020 per l’interruzione di pratiche di prevenzione, diagnosi o trattamento della malaria.