
Un po’ Napoleone, un po’ Hitler, un po’ Micron, un po’ Ole Chiudigliocchi di Hans Christian Andersen. Sono questi i paragoni e nomignoli scagliati dal Cremlino contro Emmanuel Macron e la sua proposta di estendere la protezione dell’ombrello nucleare francese a tutta l’Unione Europea.
L’ombrello nucleare
Macron ha colto nel segno. Vladimir Putin è uscito dalla tana in cui, ormai dal 1° marzo, stava gongolando per l’umiliazione in mondovisione di Zelensky a opera di Trump e del suo vice JD. Vance.
E dovrebbe ringraziare Charles de Gaulle. Il presidente francese, negli Anni ’60, lanciò il progetto di indipendenza strategica, con un ragionamento da manuali di storia delle Relazioni Internazionali: gli americani sono nostri amici più dei russi. Ma anche gli Stati Uniti hanno I lori interessi. E, un giorno, i loro interessi si scontreranno con i nostri.
Un messaggio che oggi assume la forza di predizione. È proprio da questo principio che De Gaulle ha avviato la nozione della sovranità della deterrenza nucleare francese, oggi al centro del dibattito sulla sicurezza europea.
La Francia, insieme all’Inghilterra, è il solo Stato del continente a possedere armi atomiche. Attualmente, Parigi dispone di circa 300 testate, che potrebbero essere lanciate sia dal suolo che dai sottomarini. Ed è proprio questo l’ombrello che Macron ha ipotizzato di poter estendere agli alleati, in risposta alle «legittime preoccupazioni» sul cambio di posizione repentino degli Stati Uniti.
Le risposte del Cremlino
Il primo a rispondere è stato il ministro degli esteri russo, Lavrov: «Se dice che siamo una minaccia… e dice che è necessario usare l’arma nucleare, vuol dire che si sta preparando a usare l’arma nucleare contro la Russia», per poi aggiungere che era un progetto di altri illustri perdenti, nientemeno che Hitler e Napoleone.
Il paragone con l’imperatore francese è stato ribadito anche da Vladimir Putin, in maniera più sfumata: «C’è chi ancora non riesce a stare tranquillo. E che vorrebbe tornare ai tempi di Napoleone, dimenticando come finì».
Poi è arrivato il turno dell’ex presidente Dmitrij Medvedev che lo battezzato Micron. Un gioco di parole che punta sulla bassa statura del presidente francese e all’irrilevanza della Francia e dell’Europa nella questione.
Immancabile anche Maria Zakharova, portavoce della diplomazia russa. Qui il paragone è più elaborato: Macron sarebbe come Ole Chiudigliocchi, protagonista di una fiaba di Hans Christian Andersen. Un personaggio che veglia su bambini addormentati con due ombrelli magici: «Mi ricorda lui, solo che l’ombrello che cerca i aprire è nucleare».