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L’UE rinnova le sanzioni contro la Russia, caduto il veto di Orbán

L’Unione Europea ha prorogato nuovamente le sanzioni contro la Russia di Vladimir Putin. L’attivazione di un nuovo pacchetto era stata messa a repentaglio dal veto del premier ungherese, Victor Orbán, ma l’Ue non ha voluto rinunciare a una misura ritenuta necessaria.

Il rinnovo delle sanzioni

La guerra tra Russia e Ucraina si combatte su più fronti. Uno di questi è appena stato riaperto: è quello delle sanzioni che l’Unione Europea impone ormai da anni a Putin. Senza sortire effetti forse, ma cercando di debilitare l’economia dell’ex Urss, evitando al contempo di scivolare nell’impegno militare diretto.

Il premier ungherese Viktor Orbán

Le sanzioni erano rimaste in sospeso da dicembre, quando il premier ungherese Victor Orbán aveva manifestato una riserva circa il loro rinnovo. Il veto del presidente magiaro, come aveva lui stesso specificato, sarebbe rimasto fino all’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Inoltre, l’Ungheria chiedeva rassicurazioni energetiche, in merito alla fornitura di gas e petrolio.

Proprio l’intervento della Commissione Europea su questo punto ha permesso di superare il veto di Budapest e riprendere il programma di sanzioni, arrivato al sedicesimo pacchetto. Per Kaja Kallas, Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Ue, questa è decisamente una vittoria. «L’Ue mantiene le promesse», ha commentato. E ha ribadito l’importanza delle sanzioni: «Le azioni ibride della Russia stanno aumentando in frequenza e intensità in tutta l’Ue: la nostra incapacità di scoraggiare tali azioni invia un segnale pericoloso a qualsiasi aggressore perché la debolezza li incoraggia e questo è molto chiaro».

I dubbi sollevati dall’Ungheria

Il ministro degli esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha confermato di aver ottenuto garanzie sulla sicurezza energetica del Paese, ma non ha trattenuto delle perplessità sull’utilità delle sanzioni. «A distanza di tre anni, dovrebbe essere chiaro, le sanzioni contro la Russia hanno fallito miseramente», ha recriminato. «Queste misure hanno causato danni enormi all’Europa, compresa l’Ungheria. L’economia ungherese ha subìto danni per 19 miliardi di euro», ha spiegato.

Peter Szijjártó, ministro degli esteri ungherese

Szijjártó ha poi alimentato le polemiche sul ruolo dell’Unione nel conflitto: «La Commissione europea deve smettere di rappresentare non gli interessi degli Stati membri dell’Ue, ma quelli del Paese candidato Ucraina». Dal canto suo, la Commissione non ha voluto replicare. Oltre a Kallas, anche il presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa ha riaffermato la necessità delle sanzioni: «La decisione unanime presa oggi di estendere le sanzioni dell’Ue contro la Russia è cruciale», ha ribadito. «Finché la Russia continuerà la sua brutale guerra di aggressione contro l’Ucraina sarà essenziale aumentare la pressione».

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