Da giorni si discute della possibile fornitura dei carri armati tedeschi Leopard 2 all’Ucraina. Tra le richieste insistenti di Kiev, le aperture di Polonia e Finlandia e la ritrosia del cancelliere Scholz, il sistema d’arma made in Germany sta facendo molto parlare di sé. Ma cosa sono i Leopard? E perché sono così importanti per gli ucraini?
Un felino d’acciaio
Il Leopard 2 è un carro armato della categoria MBT (Main Battle Tank, veicolo da combattimento multiruolo). Fabbricato dalla tedesca Krauss-Maffei a partire dagli anni ’70, il “Leo” (come è chiamato in gergo) è una versione migliorata del precedente modello 1, il primo veicolo corazzato sviluppato dall’allora Germania Ovest dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Ad oggi sono stati realizzati e consegnati oltre 3600 esemplari del carro, in dotazione agli eserciti di 20 paesi, europei e non.
Lungo oltre 10 metri, largo 3,7 e alto 3, il Leopard ospita un equipaggio di quattro uomini. Nonostante le sue quasi 60 tonnellate acciaio e tecnologia, il carro può raggiungere una velocità massima di 68km/h e vanta un’autonomia di 280 chilometri. Con un’opportuna preparazione può superare corsi d’acqua profondi quattro metri.
Gli analisti lo considerano uno dei tank più efficienti attualmente in servizio.
Cacciatore di tank sovietici
Il Leopard era stato sviluppato per far fronte alla minaccia corazzata sovietica. All’epoca, Mosca puntava su un imponente numero di carri pesanti, armati con pezzi di grosso calibro e dalle corazzature sempre più efficienti. I vari paesi NATO si mossero verso nuovi veicoli, in grado di poter fronteggiare le orde corazzate del Patto di Varsavia in maniera efficace anche se in numeri più piccoli.
La Germania scelse il già efficiente Leopard 1, modificando il motore, le sospensioni e la corazzatura per renderlo agile e sicuro. D’altra parte venne sostituita la torretta, resa più lunga per ospitare sistemi all’avanguardia per l’epoca (telemetri laser, sistemi di controllo elettrici e computerizzati, visori notturni) e il nuovo cannone da 120mm, in grado di abbattere anche i moderni T-72 sovietici.
Un successo commerciale
Da quel momento il Leopard 2, entrato in servizio in Germania nel 1979, conobbe un rapido successo commerciale (come era accaduto con il predecessore modello 1). L’ennesima dimostrazione dell’avanguardia tedesca nell’industria militare europea.
Sistemistica avanzata e costo tutto sommato ridotto (5,74 milioni di euro a esemplare, nel 2021). Continuo aggiornamento del veicolo, con nove versioni da combattimento e molte per ruoli di supporto. Possibilità di personalizzazione in base alle necessità di ogni singolo operatore. Questi i fattori che hanno subito reso il Leopard un candidato ideale per la modernizzazione degli eserciti di mezzo mondo. Non solo nella parte occidentale: dopo il crollo dell’URSS, molti paesi del Patto di Varsavia scelsero proprio il “Leo” per sostituire i vecchi veicoli sovietici, ormai obsoleti e non compatibili con munizioni e tecnologie NATO.
Per sostenere la mole di consegne e di modifiche su misura per ogni esercito, la licenza di produzione è stata concessa a diverse aziende nazionali (Spagna, Grecia, Svezia e Polonia), mentre le vendite sono controllate da un consorzio guidato da Berlino, che ha l’ultima parola su tutte le operazioni di acquisto e trasferimento dei carri e gestisce l’estesissima catena di distribuzione e stoccaggio dei pezzi di ricambio.
Perché gli ucraini lo vogliono?
Proprio questa fitta rete di depositi costantemente riforniti di elementi di scorta ha convinto l’Ucraina a premere sul cancelliere tedesco Olaf Scholz. L’esercito di Kiev, infatti, non otterrebbe solo dei veicoli all’avanguardia e studiati appositamente per fronteggiare le controparti russe. Potrebbe anche riparare i carri danneggiati quasi all’infinito, non essendo costretto ad abbandonarli sul campo ogni volta che vengono messi ko. Inoltre, l’ampia diffusione dei veicoli consentirebbe agli ucraini di riceverne una quantità importante, senza che i paesi fornitori debbano rinunciare a troppi mezzi.
Ma la Germania è scettica. Consegnare i Leopard 2 sarebbe ben diverso dalle forniture di vecchi tank. Significherebbe fornire tecnologie belliche di ultima generazione, oltre che assistenza logistica direttamente sul terreno. Una mossa che la Russia potrebbe interpretare come un coinvolgimento eccessivo di un paese NATO nel conflitto.
Polonia e Finlandia hanno fatto sapere che sono pronte a fornire alcuni carri all’Ucraina, anche senza il permesso di Berlino. Kiev, poi, ha annunciato l’intenzione di inviare i propri carristi nelle caserme polacche per iniziare ad addestrarsi sui Leopard. Scholz temporeggia, provando a tirare in ballo anche gli Stati Uniti e i loro M1 Abrams, ma la pressione diplomatica e politica è sempre più forte. Presto sarà costretto a prendere una decisione.