Dalle 8:00 del mattino di giovedì 8 febbraio gli elettori pakistani sono alle urne. Questo voto è importantissimo per conferire allo Stato una via democratica che spesso è mancata. Il voto non è solo per le elezioni presidenziali, ma anche per le legislature delle quattro province in cui è diviso il Pakistan. Queste sono Balochistan, Khyber Pakhtunkhwa, Punjab e Sindh. Le elezioni possono essere un’opportunità per il paese, per assestare l’economia, per far fronte alle violenze, per creare un sistema democratico efficace. Ma gli sconvolgimenti delle ultime settimane pongono un grande punto interrogativo sugli sviluppi che si avranno. Questo spiega tutta l’apprensione a livello internazionale.
I partiti e la campagna elettorale dal carcere
A giocarsi realmente le elezioni presidenziali sono tre partiti: Pakistan Muslim League-Nawaz (PMLN), Pakistan People’s Party (PPP) e il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI). Peccato che la campagna elettorale non sia così limpida e lineare, visto che il leader del PTI, Imran Khan, è in carcere ormai da agosto 2023. Il partito è stato in carica fino ad aprile 2022, quando è stato rimosso dallo stabilimento militare pakistano. La motivazione che ha portato alla rimozione di Khan riguardava una possibile cospirazione con gli Stati Uniti, mai realmente dimostrata. Da quel momento il Pakistan è stato retto da un governo militare. Questa condizione ha gettato il paese in un caos simile al passaggio da colonialismo a indipendenza nel 1947. I sostenitori del PTI erano a migliaia, si sono riversati nelle strade e hanno dato il via a rivolte estremamente violente. La risposta dell’esercito è stata altrettanto brutale.
Khan è poi stato accusato di corruzione a inizio del 2023, e con lui altri sostenitori del PTI. Ad agosto il leader è stato arrestato e, tutt’ora, si trova in carcere. Questo ha imposto di gestire la campagna elettorale in modo molto diverso, ma il PTI ha saputo reinventarsi. Grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, il partito è riuscito a creare una campagna elettorale sulle piattaforme online. L’utilizzo dei social, in particolare TikTok, le riprese dei discorsi precedenti tenuti dal leader, la creazione di siti internet appositi, hanno consentito al PTI di ricevere una risonanza globale. Ma anche a livello nazionale questo impegno ha risollevato gli animi degli elettori. Da parte loro, il PMLN e il PPP hanno faticato in questi giorni a fronteggiare la guerriglia mediatica avviata dal PTI.
Gli sconvolgimenti degli ultimi giorni
La condizione politica in cui versa il Pakistan crea disordini. L’affluenza alle urne di queste ore sarà importantissima per ribaltare la situazione nella quale si trova attualmente il paese. Ma i problemi sono stati creati appositamente: alcuni membri del PTI non sono potuti entrare alle urne in alcune regioni come il Balochistan. Ma sono anche state soppresse le connessioni a Internet, dando così l’ultimo affronto a un sistema democratico già di per sé traballante.
Inoltre, mercoledì 7 febbraio, c’è stato un attentato nella regione del Balochistan. Il fatto che due bombe siano esplose il giorno prima delle elezioni non è casuale. L’obiettivo era quello di colpire gli elettori e i leader di alcuni partiti. L’esplosione ha provocato tantissimi feriti e 28 morti. La prima bomba è stata lanciata al confine con l’Afghanistan, nell’ufficio indipendente di Khan. La seconda ha attaccato invece la sede di un partito islamico, il Jamiat Ulema Islam.
La politica può fermare l’esercito
Nonostante l’aperta lotta tra i partiti in questo momento, gli unici che realmente possono fermare la stretta dell’esercito in Pakistan sono i politici. Non sarebbe la prima volta in realtà, che i politici si coalizzano con l’obiettivo di togliere potere all’esercito. L’esercito ha pesato molto sulla vita politica del paese dall’indipendenza. Eppure, dal 2022, la sua influenza è vertiginosamente aumentata. Quando Khan è stato rimosso, gli altri partiti si sono stretti per cercare di sostenersi a vicenda contro l’esercito. Perché i militari rivestono una carica così alta nel paese?
Perché il Pakistan si porta dietro gli strascichi dell’età coloniale. Esistono dei meccanismi impliciti all’interno della struttura statale e politica di paesi che hanno dovuto raggiungere l’indipendenza. Uno di questi, ed è il caso emblematico del Pakistan, è l’instabilità politica che porta alla creazione di stati militari. Mentre la classe politica ha le influenze occidentali e per questo non possiede gli strumenti per affrontare delle problematiche non occidentali, l’esercito si presenta come unico caposaldo dello Stato, l’unico in grado di fornire soluzioni.
Da questo si comprende come la vera sfida avverrà dopo le elezioni. Il governo che si insedierà dovrà affrontare una serie di problematiche strutturali, ma dovrà anche fare i conti con la legittimità. Il maggiore banco di prova per il governo sarà quello di interfacciarsi con gli apparati militari, con il regime militare. Ecco perché l’affluenza alle urne di oggi è così importante, per poter finalmente venire incontro all’unica vera richiesta dei cittadini pakistani: avere la democrazia.