Gas lacrimogeni contro i profughi al confine tra Grecia e Turchia

La polizia di frontiera di Atene avrebbe sparato gas lacrimogeni e getti di cannoni ad acqua contro i migranti che cercavano di superare la frontiera; nello stesso tempo, agenti turchi avrebbero risposto lanciando lacrimogeni verso il lato greco. Così media locali raccontano gli scontri che si stanno consumando nel lembo di terra stretto tra Kastanies, al di qua della frontiera greca, e Pazarkule, entro il confine turco.

Uno spazio di 1 solo chilometro in cui, negli ultimi giorni, si sono riversati decine di migliaia di migranti dopo la decisione di Ankara di non voler tenere più fede agli accordi presi con l’Ue sul contenimento dei migranti entro i propri confini. L’accordo risale al 2016 e prevede il pagamento ad Ankara, da parte di Bruxelles, di circa 6 miliardi di euro.

«Gli attacchi sono coordinati da droni – riferisce all’agenzia Reuters un funzionario governativo di Atene – Oltre all’intimidazione, la polizia turca attacca per aiutare i migranti ad oltrepassare la recinzione di confine».

LA REAZIONE DEI PROFUGHI

I migranti starebbero rispondendo ai respingimenti con lanci di pietre. È stato inoltre segnalato lo sgombero di alcuni accampamenti e il trasferimento di parte dei migranti via autobus. Non è ancora chiaro se si tratti di uno spostamento lungo il confine o se la polizia di Ankara abbia iniziato progressivamente ad allontanare i migranti dalla frontiera.

Il governo di Atene ha nel frattempo disposto la sospensione delle richieste di asilo per un mese. In più, secondo fonti governative, un tribunale avrebbe già condannato le prime persone fermate per aver attraversato illegalmente il confine.

 

https://www.youtube.com/watch?v=UMlHom4qAZI

INTANTO, IN SIRIA

Per la soluzione di queste frizioni alla frontiera, gli occhi sono invece puntati sulla provincia di Idlib, nella Siria nord-occidentale, dove Erdogan e Putin, a seguito di un lungo colloquio tenutosi giovedì 5 maggio, hanno concordato il monitoraggio di un cessate il fuoco, con l’istituzione di un corridoio di sicurezza ampio 12 chilometri.

L’apertura del confine greco-turco è stata infatti decisa dal presidente Erdogan insieme alle accuse dirette all’UE di non fornire adeguato supporto al suo Paese negli scontri in Siria. La dichiarazione d’intenti del presidente Erdogan era giunta all’indomani dell’uccisione di 29 soldati turchi a seguito di un raid aereo che Ankara ha attribuito all’esercito di Bashar al Assad, presidente della Siria.

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