La spesa militare globale sale sempre di più. Secondo i dati rilasciati il 22 aprile dall’Istituto di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI), il 2023 ha segnato un picco mai visto prima: nel mondo si sono stanziati oltre 2.243 miliardi di dollari in armi. Poco più del Pil italiano (circa 2.237 miliardi di dollari). Non solo. A crescere vertiginosamente sono stati tutti i continenti. L’ultima volta era stato nel 2009.
Il podio
A guidare gli investimenti globali in Difesa rimangono gli Stati Uniti, che lo scorso anno hanno speso circa 916 miliardi di dollari. Da sola, Washington occupa il 37% dell’intero mercato globale di armamenti. E non conosce veri rivali. Nemmeno la Cina, medaglia d’argento, riesce a scalfire il primato americano. “Solo” 296 miliardi nel 2023, risultato di una riarmo che dal 2014 ha fatto salire del 60% gli investimenti di Pechino.
E poi c’è la Russia che, complice la guerra in Ucraina, ha aumentato del 24% i suoi fondi per le armi nel giro di un solo anno. Ma la rincorsa di Mosca dura almeno dall’invasione della Crimea nel 2014: da allora le spese sono cresciute del 57%, toccando oggi quota 109 miliardi. Una cifra esorbitante, ma che non sembra spaventare più di tanto la stessa Kiev, che ha scalato le classifiche globali fino all’ottavo posto. Gli investimenti nel 2023 hanno raggiunto 64,8 miliardi, con una crescita del 1.272% dal 2014. A questo vanno aggiunti i pacchetti di aiuti occidentali (35 miliardi), che portano il totale a poco meno di 100 miliardi. Il 91% della spesa di Mosca. Un dato pericolosamente vicino e, per il Cremlino, preoccupante.
Europa armata
Ogni Stato segue la congiuntura bellicista che pervade il globo. La Polonia tocca i 31,6 miliardi d’investimento, schizzando in 14esima posizione. La Finlandia fa crescere le spese del 54%. E l’Italia? Il nostro Paese rimane stabile in 12esima posizione, con un investimento di 35,5 miliardi nel 2023, in leggero calo rispetto all’anno precedente ma in crescita su base decennale (+31% dal 2014).
Interessante notare che il nostro continente pesi sempre di più. A oggi l’Europa spende il 24% del totale globale in Difesa (pari a circa 588 miliardi di dollari), con una crescita annuale del 10%. La NATO si accaparra oltre metà degli investimenti mondiali (55%), al 28% stanziati dal Vecchio continente. Anche escludendo dai calcoli i vari Paesi non membri dell’Unione Europea, se questa agisse militarmente in maniera unitaria potrebbe piazzarsi al secondo posto in classifica, con una spesa stimata di circa 430 miliardi. Sopra alla stessa Cina.
Gli altri
E poi ci sono gli altri Stati, tutti impegnati in un progressivo riarmo. Dall’Asia (il Giappone si attesta al decimo posto, con una crescita dell’11% dal 2022), passando per l’Oceania, l’Africa e le Americhe. Senza poi citare il Medio Oriente, infiammato dalla guerra tra Israele e Hamas. Tel Aviv accresce il budget del 24%, mentre l’Arabia Saudita, pur non aumentando la spesa in maniera sostanziale, si piazza al quinto posto con un bilancio Difesa da 75,8 miliardi. O lo scontro tra governi e crimine organizzato in America centrale, che ha spinto alcune capitali ad aumentare i fondi militari per assistere le forze di polizia. È il caso della Repubblica Domenicana (+14%) e Messico (+55% dal 2014).
E infine ci sono i Paesi in crescita. Come l’Algeria che, forte di grandi entrate dalla vendita di idrocarburi, ha aumentato il suo budget del 76%. O come l’India che, con una spesa di 83,6 miliardi, per la prima volta nella sua storia ha destinato il 75% degli stanziamenti alla produzione domestica di armamenti. Anche qui, i dati vanno sempre più in alto.