La Grecia approva il matrimonio egualitario. In Italia fermi a “genitore 1-2”

Diritti civili, bandiera arcobaleno

La Grecia ha ufficialmente introdotto il matrimonio egualitario e l’adozione per le coppie omogenitoriali. La legge è stata sostenuta dal primo ministro di centrodestra Mitsotakis.

Il passo avanti della Grecia

Il 15 febbraio la Grecia ha legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Si tratta del primo Paese di tradizione cristiano-ortodossa al mondo a farlo, il sedicesimo Stato dell’Unione Europea e il trentasettesimo al mondo. La legge è stata approvata con una maggioranza di 176 voti favorevoli sui 254 deputati presenti in Parlamento dopo due giorni di discussioni.

Il disegno di legge è stato sostenuto dal primo ministro Kyriakos Mitsotakis, nonostante la grande opposizione del suo stesso partito di centrodestra Nuova Democrazia. L’obiettivo, infatti, è stato raggiunto grazie al sostegno dei partiti dell’opposizione. In particolare grazie all’appoggio di Syriza, il principale partito di sinistra guidato da Stefanos Kasselakis, il primo leader politico gay della Grecia.

Manifestazione LGBTQ+ in Grecia prima dell'approvazione della legge
Manifestazione LGBTQ+ in Grecia prima dell’approvazione della legge
Il dibattito politico

La votazione è avvenuta dopo settimane di acceso dibattito sulla riforma, ritenuta “attesa da tempo” dai sostenitori, e denunciata come “antisociale” dagli oppositori. Tra questi gli esponenti della chiesa ortodossa che hanno definito la legge come “non cristiana”. Alcune critiche sono arrivate anche da alcuni partiti progressisti che, nonostante il voto favorevole, hanno contestato l’assenza di disposizioni sulla gestazione per altri. In Grecia, infatti, l’accesso a questa pratica è garantita solo alle donne single e alle coppie eterosessuali, sposate o meno. La nuova legge, tuttavia, permette di riconoscere i figli avuti tramite la maternità surrogata all’estero.

“La storica riforma che abbiamo approvato metterà fine a una grave disuguaglianza per la nostra democrazia”, ha detto invece Mitsotakis. Oltre al matrimonio egualitario, la legge permetterà anche alle coppie omosessuali di adottare dei figli. La Grecia si unisce così al gruppo di Paesi europei che hanno legiferato sulla questione. Austria Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Irlanda, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna e Svezia avevano già concesso il matrimonio egualitario e le adozioni per le famiglie omogenitoriali.

Mappa dei Paesi in Europa che hanno riconosciuto i diritti civili alla comunità LGBTQ+
Mappa dei Paesi in Europa che hanno riconosciuto i diritti civili alla comunità LGBTQ+

 

La situazione in Italia

Mentre la Grecia attua una profonda riforma sui diritti civili, l’Italia risulta ancora una volta il fanalino di coda dell’Unione Europea. Circa un mese fa, perfino l’Estonia ha approvato una legge sul matrimonio egualitario, ottenendo così un importante traguardo. Si tratta infatti del primo Paese dell’ex blocco sovietico a riconoscere questo diritto alle coppie dello stesso sesso.

Questo evidenzia il gap di civiltà che caratterizza da ormai troppo tempo in nostro Paese. Le stesse unioni civili sono arrivate in Italia, quando ormai nel contesto internazionale si procedeva già in tutt’altra direzione. Si abbandonavano gli istituti a diritti limitati, garantendo diritti egualitari per tutti. È stato così nel Regno Unito, dove l’accesso al matrimonio per coppie dello stesso sesso è stato approvato anche dai conservatori. Per la Germania, dove la stessa legge è passata senza che la CDU osteggiasse la riforma. Ed è accaduto quindi in Grecia in cui governa un partito di centrodestra.

La sentenza della Corte d’Appello

In Italia, invece, si discute ancora su quale sia la corretta dicitura da inserire sulle carte di identità dei bambini. Genitore 1 e genitore 2. Madre e padre. Proprio negli stessi giorni del voto nel Parlamento greco, la corte d’appello di Roma dava ragione a due donne che chiedevano che il documento di riconoscimento della figlia riportasse correttamente la loro situazione familiare. Quella di una bambina con due madri. La sentenza boccia dunque il decreto del 2019 del ministro Matteo Salvini, specificando che “non possono essere indicati dati personali diversi da quelli che risultano nei registri dello stato civile”.

La Corte di Appello ha chiuso definitivamente la questione, con buona pace di Salvini che su Instagram ha voluto commentare la decisione dei giudici definendola “sbagliata”.

Cosimo Mazzotta

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA ALL'UNIVERSITA' DEL SALENTO CON UN ANNO DI STUDI IN SPAGNA PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DI DIRITTO INTERNAZIONALE. MI INTERESSO DI CRONACA, POLITICA INTERNA E SPETTACOLO. MI PIACE IL DIALOGO IN OGNI SUA FORMA. SFOGO IL MIO SPIRITO CRITICO ATTRAVERSO LA PAROLA E IL DISEGNO.

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