Martedì 28 novembre 2023 l’agenzia di stampa nordcoreana KCNA ha annunciato il raggiungimento di alcuni obiettivi da parte del primo satellite spia lanciato dalla Corea del Nord, il Malligyong-1, che ha raggiunto l’orbita la settimana scorsa. Stando ai resoconti di Pyongyang, il veicolo spaziale avrebbe sorvolato gli Stati Uniti fotografando diversi siti sensibili, tra cui la Casa Bianca. Un nuovo passo nella tensione crescente tra il regime di Kim Jong-un, i vicini sudcoreani e i loro alleati occidentali.
Le foto proibite
Stando ai resoconti statali del regime, non verificabili da fonti esterne indipendenti, i tecnici del giovane programma spaziale nordcoreano avrebbero mostrato al leader i primi scatti fotografici di Mallingyong-1, scattati nella notte di lunedì 27 novembre. L’occhio del satellite avrebbe immortalato diversi obiettivi sensibili negli Stati Uniti. Su tutti la Casa Bianca, residenza del presidente Joe Biden, e il Pentagono, sede della Difesa a stelle e strisce.
Non solo. Le fotografie avrebbero fornito informazioni rilevanti anche su una non meglio precisata base della marina statunitense in Virginia, dove si trovano numerose portaerei a propulsione nucleare, un aeroporto militare e un cantiere navale. Con ogni probabilità si tratta della stazione navale di Norfolk, sede della flotta dell’Atlantico della U.S. Navy, di gran parte dei suoi gruppi d’attacco e delle forze di spedizione a lungo raggio.
Il programma spaziale nordcoreano
Gli esperti hanno però sollevato alcuni dubbi sulle affermazioni di Pyongyang. In primis, è molto improbabile che dopo meno di una settimana di attività il satellite sia già in grado di inviare a terra delle fotografie. Di norma, in sette giorni, al massimo è possibile accertare il funzionamento delle strumentazioni di bordo. Processo che diventa più lungo in caso di un veicolo spaziale apripista come Mallingyong-1, primo satellite nordcoreano dedicato alla ricognizione militare a raggiungere l’orbita.
Del resto il programma spaziale della Corea del Nord è solo agli inizi. Appena nove lanci dal 1998 a oggi, di cui solo tre hanno raggiunto l’orbita terrestre. I primi due satelliti operativi, lanciati nel 2012 e nel 2016 da un missile balistico solo in parte modificato, erano poco meno che veicoli di test dedicati all’osservazione scientifica della Terra e dell’atmosfera. Lo stesso Mallingyong-1 è in realtà un terzo tentativo, dopo che i precedenti lanci di maggio e agosto si erano conclusi con l’esplosione del vettore di nuova generazione, quasi identico al Long-March 2 cinese. E anche il rapido salto di qualità nel veicolo non sembra essere del tutto nazionale: il sospetto è che una grande mano sia arrivata dalla Russia (forse in cambio di una massiccia fornitura di munizioni dalla Corea a Mosca).
Sale la tensione
Il lancio di Mallingyong-1, che la propaganda del regime nordcoreano sta cercando di sfruttare al massimo, rischia di incrinare ancora di più il delicatissimo equilibrio nella regione. Il satellite, infatti, ha sorvolato anche la Corea del Sud. Il timore di Seul è il nord lo utilizzi per registrare informazioni di intelligence nei suoi territori. Aggravando i timori di una prossima operazione di guerra di Pyongyang: proprio in concomitanza con il lancio del veicolo spaziale ci sono stati alcuni movimenti di truppe anomali lungo la linea di demarcazione militare sul 38° Parallelo.
Nuovi posti di osservazione, nuove armi pesanti schierate a ridosso della frontiera. Tutto in violazione dell’accordo, siglato nel 2018, che prevedeva una consistente demilitarizzazione del confine. E mentre i sudcoreani riprendono il pattugliamento aereo sull’area il timore è quello di una escalation nucleare: un satellite spia può essere molto importante per il puntamento ottimale di un missile balistico intercontinentale. Arma che, come è noto, è spesso derivata da un vettore spaziale. Come quello che ha dimostrato di funzionare piuttosto bene lanciando Mallingyong-1.