«Sono figlia di padre giamaicano e madre indiana. Il mio cammino è un sogno che si realizza in America e voglio dare voce a tutti quelli che non devono essere lasciati a lottare sa soli»: con queste parole la senatrice democratica Kamala Harris, 54 anni, ha dato il via alla sua campagna elettorale per le presidenziali del 2020. La Harris, nel 2016, era stata la seconda donna afro-americana della storia statunitense a essere eletta al Senato. Il suo logo per la sua campagna si ispira infatti a quello di Shirley Chisholm, l’altra afro-americana eletta al Congresso nel 1972. Ieri nella sua Oakland, roccaforte anti-Trump della California, per il suo annuncio si sono riunite circa 20.000 persone, 5.000 in più di quante se ne erano contate nel 2007 per la prima candidatura Obama.
«Nella mia vita ho avuto un solo cliente: il popolo», ha dichiarato facendo riferimento alla sua carriera di procuratore iniziata proprio a Oakland 30 anni fa.
«Mi batterò per tutta la gente, nessuno sarà invisibile. L’America è molto meglio di quello che vediamo oggi. Questa non è la nostra America. Dobbiamo dire la verità e combattere per la verità», ha continuato lanciando il primo duro affondo contro Donald Trump da candidata alle presidenziali. Kamala aveva infatti annunciato la sua candidatura settimana scorsa, durante il Martin Luther King Jr. Day.
«Siamo a un punto di svolta nel nostro Paese e nel mondo, e dobbiamo unirci per difendere i nostri valori contro chi vuole distruggerli», è stato il suo appello davanti a una folla che ha scandito ripetutamente il suo nome.
I punti principali del programma elettorale sono Medicare for All (riforma del sistema sanitario per renderlo accessibile a tutti), riforma del sistema giudiziario e la necessità di rispondere al diffuso abuso degli oppiacei che a suo avviso è una vera e propria emergenza nazionale.