Israele apre le urne ai suoi cittadini che per la terza volta in meno di un anno, sono stati chiamati a scegliere il loro governo. Le elezioni legislative israeliane sono iniziate alle 7 locali (le 6 in Italia) con l’apertura dei 10.631 seggi ai quali, nel corso della giornata, avranno accesso circa 6,5 milioni di aventi diritto al voto.
Per 5.600 israeliani che si trovano in quarantena a causa del coronavirus sono stati approntati 16 seggi in cui è possibile votare in totale isolamento. Il voto terminerà alle 22 locali (le 21 in Italia) e i risultati reali saranno pubblicati nella mattinata di domani.
Si prevede ancora uno stallo tra le coalizioni ma la novità è che la destra guidata dal premier uscente Benyamin Netanyahu ha recuperato lo svantaggio che lo separava dal suo rivale centrista Benny Gantz, appaiandolo a 34 seggi se non addirittura superandolo di poco.
Avigdor Lieberman,con i suoi 7/8 seggi rappresenta ancora una volta l’ago della bilancia mentre tra gli esordienti, scende in campo «La Voce delle donne», un partito tutto al femminile che non si schiera da nessuna parte e la Lista Araba unita. Quest’ultima ha riscontrato un grande successo tra la minoranza araba israeliana, specialmente dopo la presentazione del «piano di pace» proposta dal presidente americano Donald Trump.
Qualche settimana fa, una decisione dell’esecutivo guidata da Netanyahu ha comunicato di voler portare avanti i progetti per la realizzazione di 1.739 nuove case nei Territori occupati. Di queste, 1.036 hanno avuto un prima via libero, mentre per altre 703 c’è stata l’approvazione finale.
«Gli insediamenti a Giv’at Hamatos e Har Homa taglieranno la continuità geografica e territoriale tra Gerusalemme Est e la Cisgiordania, mentre le costruzioni nell’area E1 taglieranno la connessione tra Nord e Sud della Cisgiordania. Gli insediamenti sono illegali ai sensi della legge internazionale» ha dichiarato l’Alto rappresentante per la Politica Estera di Bruxelles, Josep Borrell.
Jafar Farah, direttore di Mossawa, ong palestinese dice: «Oggi andando a seggi elettorali i palestinesi di Israele si faranno portatori di proposte nuove, valide per tutti i cittadini. La sinistra sionista è svanita – spiega – e Benny Gantz si è dimostrato un leader di fatto della destra dicendosi d’accordo con il piano disastroso annunciato da Trump ed escludendo una coalizione di governo allargata agli arabi in Israele. La Lista araba – aggiunge Farah -Oggi rappresenta in Israele l’unica barriera progressista alla destra e si rivolge ad ebrei e arabi in nome di un futuro diverso e migliore per tutti, inclusi i palestinesi sotto occupazione».