Impeachment, via alle audizioni. Dure accuse contro Donald Trump

La voce roca e lo sguardo puntato in camera. L’ambasciatore degli Stati Uniti a Kiev William Taylor ha lasciato la sua testimonianza davanti alla Commissione Intelligence della Camera dei Rappresentanti. Così Taylor ha confermato che il presidente americano Donald Trump bloccò gli aiuti all’Ucraina per far pressione in favore di un’indagine aperta a Kiev contro Hunter Biden, figlio del ex vicepresidente Joe Biden, in carica con Barack Obama e candidato alla Casa Bianca per le presidenziali del 2020. 

L’ambasciatore degli Stati Uniti a Kiev William Taylor durante la sua testimonianza

 «In un solo istante ho realizzato che uno dei nostri pilastri del nostro forte sostegno all’Ucraina era stato minacciato», ha commentato l’ambasciatore. Lo stesso Taylor ha dichiarato che il suo gruppo fu presente quando Trump chiamò lo scorso 26 luglio l’ambasciatore Usa presso l’Unione Europea Gordon Sondland. Proprio il giorno prima, il capo della Casa Bianca aveva chiesto al presidente ucraino Volodymyr Zelensky che investigasse su Hunter Biden. Secondo Taylor, dopo la chiamata, un funzionario dell’ambasciata di Kiev domandò a Sondland che cosa pensasse sull’Ucrainagate. La sua risposta fu chiara: «le investigazioni contro Biden preoccupano Trump più del fatto che Giuliani stia facendo pressione per portarle a termine».

Ieri sera, l’avvio delle audizioni è stato mostrato in diretta tv. In migliaia, hanno seguito la prima fase dell’indagine. Insieme a Taylor, c’era anche George Kent, sottosegretario al dipartimento di Stato con delega all’Europa. È stato lui il primo a lasciare la sua deposizione. Come scrivono i quotidiani locali, fu «allarmato»dagli sforzi dell’avvocato personale del presidente Rudy Giuliani di «architettare indagini politicamente motivate contro i Biden».

Entrambi hanno accusato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump di aver formato una specie di gruppo diplomatico per far pressione sul Governo di Kiev. In poche parole, secondo l’accusa, il capo della Casa Bianca avrebbe incaricato membri del suo Gabinetto, ex cariche e altre persone esterne per favorire sia la sua rielezione alle presidenziali del 2020 che l’influenza della Russia in tal Paese.

Eppure, sono ancora molte le dinamiche da chiarire. A far discutere, ci sono anche le riunioni del gruppo del presidente ucraiano Zelensky con lo stesso Trump. Adam Schiff, deputato che supervisiona l’inchiesta, ha segnalato che mancano «ancora pezzi importanti all’inchiesta perché il presidente impedisce ad alcuni testimoni di presentarsi». Di fatto, resta ancora ignota l’identità del whistleblower: l’informatore, il testimone che, per primo, ha puntato il dito contro il capo della Casa Bianca. Ad ogni modo Schiff ha aggiunto che «i democratici vogliono che le indagini siano condotte senza rancore e senza ritardo»

 «Stanno cercando di fermarmi perché sto combattendo per voi. E non lascerò che questo mai accada». Con un breve videomessaggio pubblicato sul profilo Twitter della Casa Bianca, Donald Trump si è difeso dalle accuse. Intanto, nel pomeriggio di ieri ha ricevuto in visita il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. Durante la conferenza stampa il leader degli Stati Uniti ha ribadito l’importanza della diplomazia tra le due nazioni per «garantire un futuro pacifico e prospero ai cittadini».

 

Virginia Nesi

LAUREATA IN SCIENZE UMANISTICHE PER LA COMUNICAZIONE A FIRENZE. HA DUE MASTER IN GIORNALISMO: UNO REALIZZATO ALL'UNIVERSITÁ SAN PABLO DI MADRID E L'ALTRO ALLA IULM DI MILANO. APPASSIONATA DI POLITICA ESTERA E SOCIETÁ, HA VINTO IL PREMIO "WALTER TOBAGI 40 ANNI DOPO" E LA MENZIONE SPECIALE AL PREMIO VERA SCHIAVAZZI. HA SCRITTO "MEZZO SOSPIRO DI SOLLIEVO"(PIEMME).

No Comments Yet

Leave a Reply