Guerra in Ucraina, ultimatum di 50 giorni a Putin per la tregua

Gli Usa forniranno antiaerea e missili a Kiev, ma sarà la Nato a pagarli

Donald Trump lancia un monito alla Russia: armi a Kiev, pagate dalla Nato, e tregua entro 50 giorni altrimenti dazi al 100%. Si scongelano così le relazioni tra Usa e Ucraina, culminato nell’umiliazione di Zelensky nello studio ovale. Dopo sei mesi di presidenza, la politica americana prende una svolta.

L’invio delle armi

A Kiev arriveranno armi per un controvalore di circa dieci miliardi. Il pacchetto comprende sicuramente le batterie Patriot e missili a lungo raggio. Come primo “giro” di rifornimenti arriveranno tre batterie antiaeree, due cedute dalla Germania e una dalla Norvegia. In tutto l’Ucraina avrebbe a disposizioni 9 sistemi Patriot, uno in meno dei dieci necessari a Kiev. I missili intercettori, invece arriveranno dagli Stati Uniti – ma saranno sempre acquistati dalla Nato. Una parta è già disponibile nei depositi americani in Europa, gli altri saranno costruiti negli Usa. Rimane ancora poco chiaro la tipologia di razzi da inviare, e il nodo rimane la gittata. Si parla di armi a lungo raggio, come Tomahawk (1800 Km di raggio) e i supersonici Dark Eagle (3mila Km). Di questi armamenti si era già parlato nel periodo dell’amministrazione Biden, ma tutto era rimasto su carta. Saranno invece sicuramente inviati i GMLRS per le piattaforme Himars e munizioni da 155mm per gli howitzers ucraini.

Missile ipersonico americano “Dark Eagle”

Il presidente Zelensky ha dichiarato su X di aver avuto «un’ottima conversazione» con Trump. «Abbiamo discusso i mezzi e le soluzioni necessarie per garantire una migliore protezione della popolazione dagli attacchi russi e per rafforzare le nostre posizioni. Siamo pronti a lavorare nel modo più produttivo possibile per raggiungere la pace».

La risposta del Cremlino

«Sono deluso dal presidente Putin, perché pensavo che avremmo raggiunto un accordo due mesi fa. Quindi, in base a ciò, imporremo dazi di circa il 100%» se non si raggiunge una tregua in 50 giorni. La minaccia è arrivata sino a Mosca, ma non sembrerebbe aver sortito molto effetto. «Se questo è tutto ciò che Trump intendeva dichiarare oggi sull’Ucraina, è tanto fumo e poco arrosto» ha dichiarato il vice presidente della Duma Konstantin Kossacyov. «In 50 giorni quante cose possono cambiare sul campo di battaglia e negli umori dei leader della Nato e degli Usa». Ha poi concluso: «Gli europei dovranno sborsare e sborsare, il formaggio gratuito per loro era in una trappola per topi. C’è solo un beneficiario: il complesso militare-industriale degli Stati Uniti».

Questione dei costi

Durante il suo annuncio, Trump ha tenuto a precisare che il finanziamento degli armamenti a Kiev sarà a carico degli alleati Nato e non degli Usa. «È totalmente logico volere che gli europei paghino», ha precisato Rutte, Segretario generale Nato. Seguendo i discorsi di Trump, Rutte ha aggiunto che sia corretto che i Paesi Europei si facciano carico di una maggior parte degli oneri comuni. «Questo significa che l’Ucraina potrà mettere le mani su apparecchiature militari e munizioni. Questo è molto importante».

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