Dopo oltre due mesi di trattative, ora è arrivata anche l’ufficialità: Olaf Scholz, leader del partito socialdemocratico, è il nuovo cancelliere tedesco. La cerimonia di insediamento si è svolta ieri, mercoledì 8 dicembre, al Bundestag – il parlamento tedesco -, che ha approvato la sua nomina a cancelliere con 395 voti a favore (il minimo era 369).
Si chiude, così, dopo sedici anni, il regno di Angela Merkel, che ha salutato i suoi colleghi per l’ultima volta augurando buon lavoro al suo successore. «Il compito è pieno di sfide, ma è anche uno dei più belli che si possano svolgere», ha commentato commossa Merkel.
«Il passaggio di consegne avviene nel mezzo di una crisi non chiusa e questo comporta continuità e comunanza», ha ricordato il neo-cancelliere. «Sarà un nuovo inizio per il nostro paese. E io farò di tutto per dimostrarmi all’altezza di questa grande sfida».
Economia ed esteri ai verdi, finanze ai liberali
A sostenere il nuovo governo guidato da Olaf Scholz sarà la cosiddetta “coalizione semaforo”, composta da Socialdemocratici (Sdp), Liberali (Fdp) e Verdi (Grünen). A mettere d’accordo le diverse anime della coalizione è stata proprio la figura di Scholz, che nei suoi anni come sindaco di Amburgo si è distinto per il suo approccio molto pragmatico e moderato, quasi centrista.
I sedici dicasteri del nuovo esecutivo sono stati suddivisi equamente tra otto uomini e otto donne. A portare a casa le poltrone più ambite sono gli altri due leader di partito: Robert Habeck – copresidente dei Verdi – ha ricevuto le deleghe all’Economia e al Clima, mentre Christian Lindner – liberale – siederà al ministero delle Finanze.
Negli altri dicasteri spicca il nome di Nancy Faeser, giurista socialdemocratica, che ha già esplicitato la priorità della sua azione politica: la lotta all’estrema destra radicale, giudicata “la più grave minaccia alla sicurezza interna e alla democrazia”. L’ambìto ministero degli Esteri è andato invece ad Annalena Baerbock – candidata dei Verdi -, che ha già reso chiara la linea fortemente atlantista ed europeista del nuovo esecutivo.
L’agenda economica, tra obiettivi ambiziosi e vincoli stringenti
Nelle scorse settimane, i tre partiti della coalizione hanno pubblicato un documento di 177 pagine per illustrare le priorità del governo. Ed è sul versante economico che si concentrano le proposte più ambiziose. Tra queste, l’aumento del salario minimo del 25 per cento, la costruzione di 100mila nuovi appartamenti all’anno e la creazione di un fondo statale da 50 miliardi di euro per la lotta ai cambiamenti climatici. Obiettivi che rischiano, però, di scontrarsi con la difficoltà di recuperare i fondi necessari. Dal documento, infatti, pare che non sia previsto nessun aumento delle tasse. Neppure sui redditi più elevati, come promesso dai socialdemocratici in campagna elettorale. Dal 2009, inoltre, la costituzione tedesca prevede l‘obbligo di mantenere il pareggio di bilancio. Un requisito destinato a scontrarsi con la volontà di aumentare gli investimenti pubblici e avanzare un’agenda politica ambiziosa.