Spunta un legame tra l’ex spia russa Serghei Skripal, avvelenato insieme alla figlia a Salisbury, e un consulente della società di ex 007 britannici incaricata di occuparsi del controverso dossier sul presidente Usa Donald Trump. È quanto scrive oggi il Daily Telegraph, che svela che Skripal era vicino di casa di questo consulente, di cui non è stata resa nota l’identità. I due, stando alle indiscrezioni raccolte, si conoscevano da qualche tempo.
Ma il Daily Telegraph non è l’unico giornale che si è interessato alla vicenda: altre testate hanno indagato sulla vita privata dell’ex spia, e scrivono che il suo stile di vita sembra smentire l’ipotesi che Skripal temesse per la propria vita. Il giorno successivo all’avvelenamento infatti era circolata la voce che Serghei, dopo la morte della moglie e del figlio in un incidente in circostanze misteriose, avesse paura. In realtà, il figlio era deceduto per una cirrosi epatica, e sulla consorte non è emerso niente di sospetto. I testimoni interrogati inoltre raccontano che Skripal frequentava liberamente pub, negozi e luoghi pubblici, atteggiamento che non coincide con quello di qualcuno che teme per la propria incolumità.
Nel frattempo continuano le indagini in Gran Bretagna: il veleno utilizzato per il tentato omicidio di Skripal è un agente nervino definito dal ministro degli Interni britannico, Amber Rudd, «molto raro». La Rudd oggi ha tenuto un discorso alla Camera dei Comuni, in cui ha definito la vicenda «un crimine oltraggioso», e ha parlato di una «risposta energica al momento appropriato» da parte della Gran Bretagna. Il ministro si è però mostrata prudente quando alcuni deputati l’hanno incalzata sugli indizi circostanziali che porterebbero a ipotizzare un coinvolgimento della Russia, dichiarando che la sua priorità al momento è garantire la sicurezza. Rudd ha poi chiarito che le condizioni di Skripal, della figlia e del poliziotto avvelenato a sua volta nei primi attimi dei soccorsi sono gravi, ma che l’agente è cosciente e parla con i medici.
Intanto i deputati britannici chiedono una linea dura nei confronti della Russia: il conservatore Nick Boles ha invocato la rottura delle relazioni diplomatiche con Mosca, senza attendere la chiusura delle indagini, e secondo il Times anche il laburista Chris Bryant sarebbe della stessa opinione. Il ministro Rudd ha poi respinto il suggerimento della deputata Yvette Cooper di riaprire le indagini di 14 casi di morte di russi o persone legate alla Russia avvenute nel Regno Unito, su cui un’inchiesta di Buzzfeed ha gettato alcuni sospetti. Secondo la Rudd infatti si tratta di congetture, e ha invitato gli inquirenti a concentrarsi sull’avvelenamento di Skripal. (as)