Domenica 26 maggio il presidente della Lituania Gitanas Nauseda, di centro-destra, si è riconfermato alla guida del Paese con oltre il 78 per cento dei consensi, sconfiggendo nel ballottaggio la rivale Ingrida Simonyte del partito Unione della Patria – Democratici Cristiani Lituani.
Vilnius prosegue così nel suo percorso di sostegno militare per la difesa dell’Ucraina contro l’invasore russo. Appena rieletto, Nauseda ha dichiarato: «L’indipendenza e la libertà della Lituania sono come una fragile imbarcazione che dobbiamo proteggere e impedire che si incrini».
Chiamata alle urne delicata
Secondo i dati forniti dalla Commissione elettorale di Vilnius, la frequenza elettorale non ha superato il 50 per cento degli aventi diritto (49,6 per cento). Una quota inferiore all’affluenza record del primo turno (59,4 per cento) e anche a quella del secondo round del 2019 (53,4 per cento).
A dominare la campagna elettorale dei partiti in lizza sono stati i temi legati alla sicurezza. I timori che la guerra in Ucraina possa estendersi nelle regioni limitrofe preoccupa non poco l’opinione pubblica dei paesi baltici, anche alla luce della recente provocazione russa al confine con l’Estonia. La Lituania, in territorio sovietico fino al 1990 e membro della Nato dal 2004, dista solo 280 chilometri da Kaliningrad, un’exclave di Mosca.
Per questa ragione, entrambe le liste di punta hanno presentato nei loro programmi piani di riarmo e protezione da un possibile attacco russo. Nauseda, già eletto presidente nel 2019 con il Partito Socialdemocratico di Lituania e candidato al voto nazionale di quest’anno come indipendente, non ha mai nascosto il suo sostegno agli ucraini nell’invasione di Putin. «L’odio promosso dalla Russia minaccia il nostro ordine mondiale. Minaccia ognuno di noi», aveva dichiarato in occasione dell’anniversario dell’invasione.
Per far fronte a questo pericolo esterno, il governo di Nauseda ha proposto di incrementare le tasse sulle imprese per finanziare il comparto militare: l’obiettivo per la spesa della difesa è del 3 per cento del PIL, superando il 2,75 per cento di quest’anno.
Un conservatore sociale
Dello stesso avviso è la sfidante Simonyte, la prima ministra lituana con cui Nauseda era in competizione. Le divergenze tra i due candidati riguardavano i diritti civili. Il presidente, un conservatore sociale, si è detto contrario alle unioni civili tra persone dello stesso sesso; Simonyte, progressista, ha invece dichiarato di volerle rendere legali nel Paese. La prima ministra ha più volte accusato il partito al governo di omofobia e di essere «contrario ai principi della democrazia liberale».
Al primo turno, lo scorso 12 maggio, il suo partito aveva accumulato il 20 per cento delle schede favorevoli, fermandosi a ventiquattro distanze dal presidente in carica, che aveva guadagnato il 44 per cento dei voti. Nel testa a testa finale con Nauseda, però, meno di un voto su quattro è finito a lei. «Vorrei congratularmi con il presidente eletto della Lituania», ha detto Simonyte a margine dello spoglio elettorale. Da lunedì 27 maggio riprenderà il proprio lavoro come prima ministra.