Doppio attacco terroristico in Burkina Faso, 30 morti. Ue: «Restiamo uniti»

«Allahu Akbar». Sono entrati gridando il marchio della paura islamica i terroristi che la mattina del 2 marzo hanno attaccato l’ambasciata di Francia a Ouagadaougou, in Burkina Faso. Stando alle indiscrezioni dei media francesi e alle dichiarazioni del sindaco della città, Armand Béouinde, il commando sarebbe stato di almeno 10 persone. Dopo aver tentato di entrare nell’ambasciata, senza riuscirci, si sono diretti nel quartier generale dello Stato maggiore delle Forze Armate locali. Anche questo attacco è però fallito grazie all’intervento delle unità delle forze di sicurezza, come riferisce la polizia nazionale in un messaggio postato verso le 15 su Facebook.

Diversi testimoni, interrogati dai giornalisti della Bbc, hanno parlato di un denso fumo che si levava dalla sede, e di numerose e sonore esplosioni nei pressi del Quartier Generale. Il ministro delle Comunicazioni del Burkina Faso, Remy Danjuinou, ha dichiarato che sono 8 i terroristi rimasti uccisi, di cui 5 nei pressi dell’ambasciata francese e 3 vicino allo Stato maggiore. Le autorità locali confermano 7 morti tra le forze di sicurezza, mentre secondo fonti francesi si parla di più di 30 morti tra i civili. Allo stadio municipale è stata allestita una postazione medica avanzata per la presa in carico dei feriti fra la popolazione e le forze speciali intervenute.

Intanto la procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per tentato omicidio terroristico. Le indagini sono state affidate alla Direzione Generale dei servizi interni (Dgsi) e agli agenti della cellula antiterrorismo Sdat. L’UE ha espresso «piena solidarietà al governo e al popolo del Burkina Faso, teatro di un nuovo attacco terroristico». In una nota, il portavoce del servizio di azione esterna Seae, la diplomazia europea, ha precisato come l’Unione europea sia determinata ad appoggiare il paese insieme agli altri Stati della regione nella lotta al terrorismo a livello nazionale, e conclude esprimendo le condoglianze alle famiglie delle vittime, e dicendo che «Restiamo uniti per rispondere a questa sfida comune». (as)

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