Il premier britannico Boris Johnson fa marcia indietro sulla immunità di gregge per il coronavirus. Dopo aver lasciato a bocca aperta gran parte del mondo con le sue parole dure, il leader del partito conservatore è costretto a fare i conti con la realtà. La Gran Bretagna è in semi quarantena. Per combattere il Covid-19 saranno prese delle misure stringenti soprattutto per Londra dove sono stati registrati un gran numero di casi. Le frasi sconcertanti di Johnson hanno lasciato a bocca aperta l’Europa, ma hanno spaventato soprattutto chi vive in Inghilterra. Tra questi troviamo tanti italiani, che costretti a trovare fortuna all’estero, hanno lanciato diversi appelli al premier britannico e guardano con ammirazione la loro terra: l’Italia. Il BelPaese, in questo ultimo periodo, è il modello a cui si stanno ispirando i paesi europei e non. Le misure stringenti intraprese dal governo Conte sono un esempio per molti.
Tra i tanti italiani a Londra, c’è Martina. 27 anni e originaria di Reggio Calabria, si è trasferita nella capitale inglese esattamente tre anni fa dove lavora come Project coordinator alla Brunel University. Brillante, forte e determinata Martina vanta due lauree alla università Lumsa di Roma. Ha un sogno nel cassetto: diventare producer per la televisione. Le frasi scioccanti di Johnson l’hanno delusa e amareggiata. «Quando le ho sentite – racconta a Masterx – ho pensato che questa non è l’Inghilterra in cui ho vissuto in questi ultimi tre anni. Un’Inghilterra che mi ha accolto, mi ha dato un lavoro, valorizzato e premiato. Londra, in particolare, mi ha fatto credere che avere dei sogni sia giusto, possibile e realizzabile. Mi ha anche insegnato che per i sogni non c’è età, sesso, religione o etnia. Mi ha regalato tante storie da raccontare e mi ha detto “sono casa tua”. Quando ho sentito le parole di Boris Johnson ho avvertito un senso di sconforto soprattutto perché queste non rispecchiano l’Inghilterra che ho conosciuto finora».
Per lei non è stato semplice lasciare l’Italia e i suoi affetti. E in questo momento stare lontana dal suo Paese è più difficile che mai. «In questi giorni ho paura di vivere a Londra – spiega – e mi sento sola. Noi italiani a Londra stiamo vivendo un momento di forte sconforto. Combattiamo contro la superficialità di un Paese che non è il nostro e intanto vediamo l’Italia soffrire. Vorremo tutti essere a casa».
La voglia di tornare è tanta, ma il senso di responsabilità prevale sull’emotività. «Non biasimo chi pensa di tornare in Italia, ma in questo momento, per la salvaguardia di tutti, credo sia meglio restare. Moltissimi europei stanno tornando a casa perché hanno paura. Se le parole di Johnson erano un modo come un altro per mandarci tutti a casa favorendo così le misure introdotte dopo l’approvazione della Brexit, beh, c’è riuscito. Io vorrei tornare, ma so che non è giusto. Devo aspettare. Sono sicura che ciò che ci aspetta a Londra sarà più duro e difficile rispetto all’Italia».
In Regno Unito infatti i morti sono più di 50 e i contagi superano i 1500 casi. A far tremare le stanze di Downing Street sono soprattutto le condizioni della sanità pubblica. Secondo quanto riportato dal quotidiano “La Repubblica”, le strutture pubbliche hanno in totale solo 6mila posti letto per la terapia intensiva. Per questo motivo, il premier ha fatto un passo indietro e ha chiesto agli inglesi di non uscire di casa – se non per necessità – di limitare i contatti sociali e di evitare luoghi pubblici come pub, discoteche, ristoranti, cinema e teatri. Per ora i locali e le scuole rimangono aperte, ma il premier non esclude che in un futuro prossimo verrà chiuso tutto e intanto incentiva a utilizzare lo smart working. «Ho avuto difficoltà ad ottenere lo smart working – spiega Martina -. I miei colleghi non hanno ancora percepito il pericolo. Per fortuna però, dopo tante richieste e pressioni, sono riuscita ad averlo e adesso esco solo per fare la spesa. Come me, tante persone hanno preso autonomamente delle misure di prevenzione prima ancora che a stabilirlo fosse lo stesso Johnson. Secondo me l’unico modo per sconfiggere il virus è stare a casa e per questo invito tutti a farlo».
Martina non è l’unica a essere spaventata, tanti suoi amici italiani lo sono come lei. «La maggior parte sta pensando di tornare quando sarà possibile. Per adesso siamo tutti chiusi in casa».
Il premier inglese è anche preoccupato per l’economia del Paese. Durante l’ultima conferenza stampa ha affermato che la Gran Bretagna rischia di avere difficoltà economiche pari a quelle vissute dopo la seconda guerra mondiale. Per questo motivo, varerà una serie di riforme a sostegno dell’economia nazionale e del patrimonio dei suoi cittadini. «Probabilmente l’Inghilterra, economicamente parlando, supererà questo momento di ‘outbreak’. C’è il rischio che – afferma Martina – se Johnson dovesse continuare a fare affermazioni come quella dell’immunità di gregge, umanamente non ce la faccia».