Alle elezioni regionali della Catalogna, comunità autonoma della Spagna, hanno vinto di nuovo gli indipendentisti. Domenica 14 febbraio i catalani hanno votato per rinnovare il parlamento regionale e, nonostante un crollo dell’affluenza del 22%, hanno confermato la propria fiducia nei confronti dei principali partiti a favore dell’indipendenza. Si allarga, dunque, la frattura Madrid-Barcellona, con le due parti sempre più arroccate sulle rispettive posizioni.
I socialisti crescono, Vox entra in parlamento
In termini assoluti, è il Partito socialista catalano la prima forza politica, con un risultato del 23%. Un buon risultato per il candidato unionista Salvador Illa, il ministro della sanità del governo Sànchez divenuto molto popolare in Spagna durante l’ultimo anno.
Sommando i voti raggiunti, però, i tre partiti indipendentisti sono gli unici ad avere abbastanza seggi per ottenere la maggioranza assoluta. Toccherà a loro, dunque, avviare le trattative che porteranno alla formazione di una coalizione di governo.
I tre partiti a favore dell’indipendenza sono: Sinistra repubblicana della Catalogna (ERC), che ha ottenuto il 21,3% delle preferenze; Junts per Catalunya, formazione di centrodestra che ha ottenuto il 20%; Candidatura popolare unita (CUP), di estrema sinistra, che ha ottenuto il 6,7%.
Le ultime elezioni hanno decretato anche l’ingresso in parlamento regionale dei nazionalisti di Vox, una formazione politica di estrema destra, che ha ottenuto il 7,6% dei voti. Seguono En Comù Podem (6,9%), Ciudadanos (5,6%) e il Partito popolare (3,9%).
«I conservatori europei festeggiano lo storico risultato di Vox che per la prima volta entra nel Parlamento regionale catalano e si afferma come 4° partito», ha scritto su Twitter l’alleata Giorgia Meloni, leader dei Conservatori Europei. «Un passo importante per continuare a difendere l’unità della loro amata Spagna e costruire un’Europa di nazioni sovrane».
Al via le trattative
L’alleanza fra i tre partiti indipendentisti viene data quasi per certa. Eppure, la trattativa potrebbe essere già in salita. Nelle ultime due legislature, Junts è sempre stata la forza dominante della coalizione. Questa volta, però, il primo partito indipendentista è risultato ERC, il cui candidato Pere Aragonès si è scontrato in più occasioni con i compagni di coalizione.
Nel caso l’alleanza indipendentista dovesse saltare, l’alternativa più probabile – ma comunque remota – sarebbe l’unione di tutte le forze di sinistra (Psc, Erc, Podemos), in una sorta di riproposizione della maggioranza che oggi sostiene il governo centrale di Pedro Sànchez. Perché questa alleanza si realizzi, però, sarebbe necessario che indipendentisti e unionisti raggiungessero un compromesso sulla questione dell’indipendenza. Un’ipotesi difficilmente percorribile, che è stata scartata in campagna elettorale dalle forze politiche interessate.