Mancano ancora due anni all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea e fervono i preparativi per preparare la nave inglese a salpare verso la Manica per l’ultima volta. Uno dei principali punti del contendere è il conto che l’UK dovrà pagare per avere delle garanzie sul proseguimento delle trattative bilaterali: ebbene, la Brexit costerà 50 miliardi di euro. L’accordo sembra a portata di mano secondo quanto riportato dal Daily Telegraph, (giornale britannico filo-conservatore ed euroscettico), e confermato anche dal Financial Times. Al momento si tratterebbe di “un’intesa di massima”, in attesa di conferme ufficiali, soprattutto da Bruxelles, che per ora si è limitata ad un laconico “no comment”.
I mercati sembrano crederci, con la sterlina in volata che si è spinta sopra quota 1,33 dollari. Stando alla versione del Telegraph, l’Ue avrebbe abbassato le pretese dai 60 miliardi di euro richiesti all’inizio ad una cifra compresa fra 45 e 55 miliardi. Non proprio una somma precisa, ma il segno di una partita ormai agli sgoccioli. Decisiva l’ultima sessione di colloqui, guidati per parte britannica dal capo negoziatore ‘tecnico’, Oliver Robbins.
L’ultima tornata della Brexit è avvenuta lunedì all’ora di pranzo a Bruxelles fra la premier Tory del governo di Sua Maestà, Theresa May, e il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker. Firme su un pezzo di carta ancora non ce ne sono. Si tratta di un passo in avanti per tutti anche se restano da dirimere altre due questioni fondamentali: i diritti dei cittadini Ue residenti nel Regno Unito e i confini fra Irlanda l’Irlanda del Nord. Deciso l’ammontare del conto del divorzio si potrà passare alla fase 2 del negoziato: quella sulle future relazioni commerciali.
From ‘go whistle’ to €50bn. Can @BorisJohnson please tell us why this is a good idea?
— Nigel Farage (@Nigel_Farage) November 29, 2017
Si tratta di un passo in avanti per il debole governo britannico, che avrà il suo bel daffare per far digerire a tutti il pagamento di una somma di tale entità. Tra le colonne del Daily Telegraph ha già trovato spazio un commento infuocato di Nigel Farage, fondatore del partito euroscettico Ukip, che accusa il governo di essersi svenduto all’UE senza alcuna rassicurazione circa l’effetto che questo “regalo” potrà sortire nei negoziati sugli accordi commerciali che si stipuleranno da qui ai prossimi mesi.