«Durante le mie consultazioni farò appello ai Paesi membri dell’Unione Europea di essere aperti a una lunga estensione se il Regno Unito riterrà necessario ripensare la propria strategia sulla Brexit e per costruire il consenso attorno a essa». Lo ha detto Donald Tusk, il presidente del Consiglio Europeo, in merito alla possibilità di prorogare la data dell’uscita incondizionata del Regno Unito dall’Ue.
Ad ora infatti sarebbe il 29 marzo la data fissata nella quale tutti i trattati che legano Londra a Bruxelles decadranno. Ma visto che il Regno Unito vorrebbe scongiurare in tutti i modi questo passaggio potenzialmente catastrofico per l’economia del Paese, il primo ministro Theresa May sta cercando disperatamente di trovare un accordo di uscita con l’Unione Europea.
Finora, in realtà, la May ha già sottoposto al Parlamento britannico due accordi sulle negoziazioni per divorziare dall’Europa, ma sono stati entrambi rispediti al mittente. Se le due Camere non approveranno l’accordo, il Regno Unito non potrà uscire dall’Ue se non attraverso il no deal.
È per questo che Theresa May sta mettendo a punto un terzo, ulteriore tentativo per ottenere l’approvazione del suo piano: «Se la Camera dei Comuni troverà il modo di sostenere un accordo, ciò consentirebbe al governo di chiedere una breve proroga tecnica dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona, per concedere il tempo necessario per approvare la legislazione necessaria e ratificare l’accordo che abbiamo raggiunto con l’Unione europea. Ma lasciatemi essere chiara: è probabile che la breve proroga venga concessa solo se vi sarà una qualche soluzione in vista» ha detto.
«È necessario che il Parlamento capisca e accetti – continua la May – che se non è disposto a sostenere un accordo nei prossimi giorni e non è disposto a sostenere l’uscita senza accordo il 29 marzo, allora è necessario un lasso di tempo maggiore, il che richiederebbe la partecipazione del Regno Unito alle elezioni del Parlamento europeo di maggio».