«Ottanta bimbi morti nel reparto neonatale di un ospedale paralizzato dal blackout in Venezuela». Questo il tweet del senatore repubblicano statunitense Marco Rubio, smentito immediatamente dal presidente del collegio dei medici dello Stato venezuelano di Zulia, Dianela Parra, nella cui capitale Maracaibo sarebbe avvenuta la strage di neonati.
Secondo José Manuel Olivares, deputato oppositore e medico, sarebbero fino a questo momenti ventuno i decessi segnalati nelle diverse regioni del Paese, mentre il numero di neonati non sarebbe noto.
A 72 ore dall’inizio del più grande blackout della storia, il Venezuela è completamente bloccato. Un Paese in ginocchio senza mezzi di trasporto e provviste. Nella drammatica situazione generale, le notizie più preoccupanti arrivano dagli ospedali, che non possono utilizzare i macchinari salvavita. Rubio denuncia i decessi di almeno ottanta neonati e aggiunge: «se ingenti aiuti non saranno consegnati presto, il timore è che ci sarà una catastrofe senza precedenti».
Il timore espresso da Rubio è condiviso dal Presidente dell’Assemblea nazionale Juan Guaidò, che ha deciso di chiedere al Parlamento di dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Il blackout continua a lasciare al buio sedici Stati, mentre altri sei hanno solo parzialmente l’energia elettrica. In un Paese già economicamente in ginocchio, la totale assenza di elettricità è costata finora al settore privato 400 milioni di dollari.
La situazione non sembra però preoccupare il presidente Nicolás Maduro e i suoi, che continuano a postare su Twitter parole rassicuranti. «Il governo bolivariano ha deciso di sospendere le lezioni e le attività lavorative lunedì 11marzo – ha scritto il ministro della Comunicazione Jorge Rodriguez – per sconfiggere, con la forza della verità e della vita il brutale attacco terroristico contro il popolo. Insieme vinceremo».
Poco dopo lo stesso Maduro, postando un video che lo riprende tranquillo e sicuro di sé mentre fornisce indicazioni ai governatori e li invita a mantenere la calma, ha twittato: «continuiamo a lavorare per recuperare il sistema elettrico nazionale», assicurando che «la macabra strategia di portarci ad uno scontro fallirà. Vinceremo!».