Armenia, primo ministro lascia l’incarico dopo le proteste dei cittadini

Il primo ministro armeno Serzh Sargsyan si è dimesso in seguito alle proteste scatenate nel paese dopo la piega autoritaria che la sua presidenza aveva preso. L’Armenia, stato indipendente dal 1991, è stata una repubblica presidenziale fino al referendum del 2015, promosso dallo stesso Sargsyan. Con una manovra molto discussa, però, il premier si è fatto eleggere primo ministro, la più importante carica dello stato con il nuovo ordinamento.

Il primo ministro dimissionario Serzh Sargsyan

Sargsyan, 63 anni, era salito al potere nel 2008, dopo aver coperto il ruolo di primo ministro. Nel corso del suo mandato, il premier era già stato contestato più volte, tra cui nel 2011 e nel 2016, per la corruzione dilagante nella sua amministrazione. La sua ultima mossa, al termine del suo secondo mandato di presidente, ha scatenato le proteste di decine di migliaia di persone, scese in piazza nella capitale Yerevan e in altre città importanti per protestare contro la sua manovra. Sargsyan, infatti, si era fatto eleggere primo ministro, aggirando l’impossibilità di ricandidarsi a presidente e appropriandosi della maggior carica dello stato, in seguito al cambio di ordinamento.

Con un comunicato, nella giornata di lunedì Sargsyan si è rivolto direttamente ai cittadini armeni e al movimento nato contro di lui, concedendo loro la ragione. «Io avevo torto. Questa situazione richiede soluzioni, ma io non parteciperò. Lascerò l’incarico di primo ministro. Il movimento sceso per le strade è contro di me. Soddisferò le vostre richieste». Soltanto il giorno precedente, l’ex-presidente aveva incontrato il suo principale oppositore, Nikol Pashinyan, per cercare un confronto, ma l’incontro non era andato a buon fine e Pashinyan era stato arrestato poco dopo con l’accusa di aver commesso «atti socialmente pericolosi».

Le proteste, iniziate sin dal 17 aprile, giorno dell’elezione di Sargsyan a primo ministro, sono state sempre pacifiche e non hanno causato disordini pubblici. Nella giornata di lunedì 23 aprile si sono uniti alle manifestazioni anche 200 soldati armeni. All’annuncio delle dimissioni del premier, migliaia di persone sono scese in piazza a festeggiare in tutta l’Armenia.          (af)

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