Afghanistan, università riaperte. Aule separate per le donne

Dopo quasi sei mesi dalla presa di Kabul, i Talebani hanno riaperto le università pubbliche che si trovano nelle province di Laghman, Nangarhar, Kandahar, Nimroz, Farah ed Helmand. Per tutte gli altri atenei rimasti ancora chiusi in Afghanistan, i Talebani promettono che le lezioni riprenderanno entro la fine di febbraio. Da questo momento anche le studentesse di questi istituti potranno frequentare, ma in fasce orarie o aule diverse da quelle dei colleghi maschi.

LE MOSSE DEI TALEBANI

Gli atenei appena riaperti si aggiungono a quelli privati, che avevano ripreso le lezioni ed erano accessibili alle donne già da tempo. Gli analisti politici, però, mettono in guardia sul comportamento del governo talebano, che tenta così di avere una legittimazione internazionale. Sebbene per alcune ragazze sarà possibile completare gli studi accademici, nella maggior parte del Paese rimangono chiuse alle studentesse le scuole secondarie. A metà gennaio il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha dichiarato all’Associated Press che entro fine marzo tutte le ragazze potranno rientrare nelle scuole superiori, ma rimangono tanti altri ostacoli sul percorso formativo delle donne.

CHI POTRÀ TORNARE A SCUOLA

Se i Talebani manterranno le loro promesse, presto tutte le afghane potranno studiare, ammesso che un loro parente maschio possa accompagnarle ogni giorno a scuola. A questo ostacolo si aggiungono poi le difficoltà economiche delle famiglie e il condizionamento della paura. Un corrispondente, dell’agenzia di stampa Afp, ha riferito di aver visto poche ragazze entrare negli istituti riaperti e tutte rigorosamente in burqa. È probabile che molte donne saranno costrette comunque a non studiare, per una serie di fattori legati allo stato delle cose.

IL RAPPORTO DELLE NAZIONI UNITE

Nel rapporto delle Nazioni Unite pubblicato il 31 gennaio, si conferma quanto la realtà afghana sia molto distante dalle dichiarazioni dell’Emirato Islamico. Dall’istituzione del governo talebano, c’è stata una severa restrizione dei diritti umani, in particolare per quanto riguarda i diritti delle donne e il diritto a manifestare. Oltre 100 ex governativi sono stati uccisi, giornalisti e attivisti locali subiscono una persecuzione continua. Dopo due settimane non si hanno ancora notizie delle due attiviste Tamana Zaryab Paryani e Parawana Ibrahimkhil, che avevano manifestato per i diritti delle donne negati, tra cui quello allo studio.

LA POSIZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO
Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo

Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, ha illustrato la posizione degli Stati membri durante la conferenza sulle donne afghane, che si è tenuta il 2 febbraio. «I diritti delle donne e delle ragazze afghane devono essere una priorità negli aiuti umanitari. Il nostro impegno è verso il popolo dell’Afghanistan, non verso i suoi governanti», ha precisato la presidente. Dall’Europa, dunque, dovrebbero arrivare cibo, sanificazione dell’acqua e medicinali per la popolazione, con un’attenzione particolare a «le esigenze immediate delle donne e delle ragazze».

 

Elisa Campisi

SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX. MI INTERESSO DI POLITICA, ESTERI, AMBIENTE E QUESTIONI DI GENERE. SONO LAUREATA AL DAMS (DISCIPLINE DELL’ARTE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO), TELEVISIONE E NUOVI MEDIA. HO STUDIATO DRAMMATURGIA E SCENEGGIATURA, CONSEGUENDO IL DIPLOMA TRIENNALE ALLA CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI.

No Comments Yet

Leave a Reply