Il nome “Pfizer” oggi ci ricorda la principale arma a nostra disposizione contro la pandemia: il vaccino più utilizzato al mondo. Pfizer rappresenta due terzi delle inoculazioni in Italia, Francia e Germania e poco meno di due terzi negli Stati Uniti.
La Commissione europea ha pubblicato lo scorso 23 novembre un grafico sul suo profilo Facebook che mostra quanto le vaccinazioni siano fondamentali per combattere i decessi causati dal Covid-19. I dati mostrano chiaramente che più è alto il tasso di vaccinazione, più è basso quello di mortalità.
Ma il potere acquisito dalla casa farmaceutica Pfizer nell’ultimo anno è esorbitante e la sua gestione della distribuzione del vaccino nel mondo tutt’altro che limpida.
Pfizer e il governo
Pfizer non rappresenta solamente il potere della scienza nella pandemia. E’ anche una scommessa: quella di Bourla. Albert Bourla, ceo di Pfizer, fin dai primi tempi del diffondersi del virus si era presentato con un’idea: aveva rifiutato il denaro degli Stati Uniti per finanziare le vaccinazioni e portato avanti un progetto condiviso con la tedesca BioNTech nei vaccini a RNA messaggero (mRNA). Una tecnologia nuova per realizzare un vaccino che funzionasse meglio degli altri. Pfizer non accettò il denaro del governo perchè, come ha affermato Bourla mesi dopo, quando il governo dà soldi «vuole sapere come spendi e che piani hai. Questo io non lo volevo. Volevo che i nostri scienziati avessero tutte le risorse a loro disposizione, dato che stavo chiedendo loro di rendere possibile l’impossibile. Non potevo chiedere di fare in nove mesi qualcosa che di solito richiede dieci anni. Sapevo che, se avessimo fallito, Pfizer avrebbe sofferto. Ma sapevo che avremmo avuto problemi molto più grandi: non noi soltanto, il mondo intero».
Il potere di Pfizer
Il vaccino ha trasformato totalmente l’influenza politica di Pfizer. Per anni, il prodotto più famoso della multinazionale è stato il Viagra per la disfunzione erettile. Ad oggi, Pfizer prevede che le vendite del vaccino raggiungeranno i 36 miliardi di dollari nel 2021, almeno il doppio di quelle di Moderna. A ottobre, la casa farmaceutica aveva una quota di mercato dell’80% per i vaccini Covid nell’UE e del 74% negli Stati Uniti. Albert Bourla è la persona dell’anno per L’Economia e l’amministratore delegato più ricercato al mondo: i capi di Stato e di governo lo chiamano domandandogli di accelerare le consegne, mentre il titolo di Pfizer solo dal marzo scorso è salito del 77%.
“La Grande rapina dei vaccini”
Il successo di Pfizer e la sua efficacia dipendono dalla capacità della multinazionale di espandere la produzione. Questa caratteristica l’ha resa sicuramente il produttore di vaccini più dominante e le ha permesso di plasmare il corso della pandemia. Pfizer ha dunque potuto fissare i prezzi.
“The Great Vaccine Robbery”: la grande rapina dei vaccini. Con queste parole, la “People’s vaccine alliance” ha denunciato le politiche di prezzo attuate da Pfizer/BioNTech e Moderna. Infatti, i vaccini anti-Covid-19, sarebbero venduti a prezzi esorbitanti rispetto a quelli di produzione.
Il costo della vaccinazione globale con i vaccini innovativi “mRNA” potrebbe essere almeno 5 volte più basso, se i colossi farmaceutici non godessero dei monopoli sui brevetti, condizione che è costata ai Paesi fino a 24 volte il costo stimato di produzione. Nuove analisi delle tecniche di produzione dei vaccini, messi in commercio da Pfizer/BioNTech e Moderna sostengono che il prodotto farmaceutico potrebbe essere realizzato in media con un costo che varia da appena 1,18 a 2,85 dollari a dose.
La distribuzione di Pfizer
E non solo, il successo della casa farmaceutica statunitense le permette anche di scegliere in quale Paese distribuire prima i vaccini. Sebbene le forniture di vaccini ai Paesi più poveri siano aumentate da settembre, le disparità globali sono nette. Se negli Stati del G7, il 66% delle persone ha avuto due dosi di vaccino; in Africa, solo il 6% lo ha ricevuto. Il numero di persone nei Paesi ad alto reddito che hanno avuto colpi di richiamo è quasi il doppio del numero di quelli a basso reddito cui sono state somministrate sia la prima che la seconda dose. Il pericolo di questa distribuzione diseguale si mostra sempre più evidente, con l’affermarsi delle varianti: in particolare di Omicron. Gli scienziati avvertono che la diffusione sarà maggiore se gran parte del mondo non viene vaccinata.