La compagnia petrolifera italiana Eni SpA e la spagnola Repsol SA avrebbero ricevuto il via libera dagli Stati Uniti per importare petrolio dal Venezuela in Europa. L’export dovrebbe cominciare già dal prossimo mese per compensare il greggio russo. Lo ha rivelato in esclusiva l’agenzia di stampa Reuters.
Cosa cambia per il Venezuela
Le importazioni di petrolio dal Venezuela si sono svolte fino al 2020, basandosi sullo schema “oil-for-debt”. Le aziende petrolifere ricevevano il greggio senza pagarlo in contanti, perché serviva ad abbattere i debiti risalenti al regime chavista.
Nel 2020 l’ex presidente Trump aveva intensificato le sanzioni contro il Venezuela per fare pressione sul regime di Maduro. L’invasione russa dell’Ucraina, però, ha cambiato lo scenario geopolitico: indebolire Maduro è un obiettivo meno urgente rispetto a quello di togliere a Putin i soldi del petrolio.
Nelle intenzioni degli Stati Uniti il greggio venezuelano potrebbe aiutare l’Europa a ridurre la sua dipendenza dalla Russia. Tuttavia, secondo Reuters, il volume di petrolio che Eni e Repsol dovrebbero ricevere non è grande. Con un impatto modesto sui prezzi globali del greggio.
Secondo Reuters le consegne di greggio cominceranno il mese prossimo. Con il vincolo che le importazioni dal Venezuela dovranno arrivare solo in Europa.
L’embargo al petrolio russo
La decisione fa parte della strategia degli Stati Uniti per compensare l’embargo europeo sul petrolio russo. Il 30 maggio, infatti, l’Unione Europea ha trovato un accordo per bloccare le spedizioni marittime di petrolio dalla Russia entro la fine dell’anno e successivamente gli oleodotti.
I welcome the #EUCO agreement tonight on oil sanctions against Russia.
This will effectively cut around 90% of oil imports from Russia to the EU by the end of the year.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) May 30, 2022
I rischi della nuova strategia USA
A marzo, gli Stati Uniti avevano già cominciato un lavoro diplomatico per allentare le sanzioni contro il Venezuela, autorizzando la compagnia petrolifera Chevron a trattare nuovi accordi.
Ma la strategia americana guarda anche al Medio Oriente. Per provare ad abbassare i prezzi del petrolio, infatti, il presidente Joe Biden ha deciso di riallacciare i rapporti con l’Arabia Saudita. Rapporti che si erano interrotti dopo l’uccisione del giornalista dissidente Jamal Khashoggi.
Questa mossa ha suscitato delle reazioni dure nei confronti di Biden. Per Gianni Rosini sul Fatto Quotidiano, «si tratta dell’ennesima promessa tradita da un presidente che in campagna elettorale aveva assicurato di voler rompere con la strategia trumpiana della realpolitik a tutti i costi in nome dell’America First per riscoprire l’importanza della salvaguardia dei diritti umani nel mondo».