I dati rilasciati dall’Istat nella Nota mensile sull’andamento dell’economia italiana lanciano qualche timido segnale di miglioramento in una situazione che resta complicata per imprese e famiglie del paese.
Il dato della produzione industriale mostra un miglioramento dal lato degli ordinativi e sulla fiducia degli investitori, mentre quella dei consumatori è in calo. C’è una lieve crescita dei consumi equilibrata però da un piccolo calo del potere d’acquisto delle famiglie. Il mercato del lavoro dà segnali di stabilità (aumentano i contratti a tempo indeterminato, +0,2%) ma il dato della disoccupazione è in salita (+0,6%): insomma una serie di chiaroscuri. Ma comunque la flessione degli indicatori economici generali è stata meno marcata rispetto a febbraio, cosa che fa pensare agli analisti dell’Istat che sia possibile un cambio di tendenza.
Le prospettive dell’economia restano incerte anche a causa della difficoltà congiunturale della situazione internazionale, caratterizzata da qualche timido segnale positivo (il dato sulla produzione industriale cinese tornato positivo, ad esempio) in un contesto dove l’incertezza si fa sempre più grave. E questo per motivi principalmente di tipo politico: l’incognita Brexit è sempre più imprevedibile e sta costando parecchio non solo alla Gran Bretagna, allo stesso tempo i negoziati tra USA e Cina sono ancora in corso, e non si sa se termineranno con l’introduzione di nuovi dazi doganali che deprimerebbero il commercio internazionale e quindi in prospettiva anche il nostro paese. Queste le preoccupazione che fanno intravedere agli analisti dell’istituto di via Balbo una situazione incerta ma non drammatica.