I governi possono cambiare, il Regno Unito uscire dall’Unione Europea senza accordo ma la pet economy sembra non conoscere crisi. Tra cibi speciali, collari griffati e cucce di lusso, il settore dedicato ai prodotti per gli animali d’affezione è in netto aumento.
Lo dimostrano gli ultimi dati tracciati da Assalco-Zoomark 2019 per cui pare si spenda di più per il proprio amico a quattro zampe che per sé stessi. Nel 2018, infatti, la filiera dedicata agli animali domestici ha sviluppato un giro d’affari pari a 2,08 miliardi di euro in aumento rispetto allo scorso anno dell’1,5%.
Nella partita tra cane e gatto, anche se di poco, vincono i felini: il mercato degli alimenti per gatti rappresenta il 52,3% del totale e vale 1,08 miliardi di euro, mentre quello canino solo, si fa per dire, 993 milioni.
In particolare, le catene specializzate registrano un aumento a doppia cifra pari al 17,8%, un ritmo cinque volte superiore a quello dei punti vendita tradizionali. Fra le eccellenze del settore spiccano due aziende italiane: Monge e Arcaplanet, da anni leader del settore del pet food, che risultano essere al primo posto per fatturato e siti produttivi.
Arcaplanet, il colosso ligure di petfood fondato nel 1995 da Michele Foppiani, è leader in Italia ed è la terza realtà in Europa per dimensioni. Forte di circa 300 punti vendita diffusi in 15 regioni e di un giro d’affari complessivo superiore ai 250 milioni di euro, ha compiuto un salto in avanti decisivo nel 2017 grazie a importanti acquisizioni come quella di Fortesan che il gruppo genovese ha acquisito da Mondial Pet Distribution e da Edmond De Rothschild Investment Partners.
Storia analoga per Monge Spa, azienda nata nella provincia di Cuneo nel 1963, oggi si posiziona tra i primi posti della filiera in Italia e all’ottavo posto in Europa.
«Negli ultimi anni abbiamo registrato tassi di crescita dei nostri fatturati superiori all’andamento del mercato – afferma Luciano Fassa, direttore generale di Monge – e questo ci ha permesso di scalare posizioni e arrivare sul podio, sia nel canale specializzato, che nella grande distribuzione, grazie agli investimenti industriali e alla forte strategia di marketing».
Dando uno sguardo a tutto l’universo pet, sono più di 60 milioni gli animali d’affezione in Italia – se la ripartizione fosse equa si potrebbe dire che ogni italiano ha almeno un “amico animale” a testa. Sono infatti disseminati su tutto il territorio circa 30 milioni di pesci, 12,8 milioni di uccelli, 7,3 milioni di gatti, 7 milioni di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi e 1,3 milioni di rettili. In termini prettamente economici si parla di un mercato che vale oltre 2,2 miliardi di euro. La crescente attenzione alla salute e alla qualità che si sta radicando nella società odierna passa direttamente dal padrone al suo animale porta all’acquisto di alimenti sempre più selezionati, per un giro di vendite pari al 565,136 tonnellate vendute.
Il trend è in costante crescita perché, conferma l’indagine condotta nel 2017 da Gfk, l’88% dei proprietari di animali e il 70% dell’opinione pubblica ritiene che cani e gatti siano a pieno titolo componenti della famiglia. In una parola? Umanizzazione. Infatti sempre più spesso si tende a trattare i propri amici a quattro zampe come veri e propri esseri umani perché si sente l’esigenza di concentrare l’affetto e le attenzioni su un altro essere vivente.
Questo processo sfocia nelle spa di lusso per cani e gatti con tanto di massaggi e menù personalizzati e, in alcuni casi resi noti dalla cronaca rosa, vere e proprie follie fatte dai Vip per i loro animali.
La biondissima ereditiera Paris Hilton, ad esempio, ha fatto costruire per i suoi chihuahua una casetta di ventisette metri quadrati con tanto di aria condizionata e balcone su misura, mentre Mariah Carey durante le vacanze in Gran Bretagna ha volutosolo il meglio per i suoi cani: una spa di lusso con ogni tipo di comfort, persino cucce create ad hoc. Il tutto per la modica cifra di 19mila euro.
Insomma, in barba alla crisi, per i propri animali non si bada a spese e si arriva a spendere anche cifre da capogiro.