«La stagione estiva quest’anno non partirà». A dirlo è Vittorio Caminiti, presidente della Fondazione Its di Reggio Calabria ed ex presidente di Federalberghi Calabria. «Molti albergatori – spiega – a causa del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria da Covid-19, hanno deciso di non aprire perché farlo comporta delle spese. Uno chef costa molto e va pagato sia che dia da mangiare a 10 persone che a 200».
E non bastano nemmeno gli incentivi previsti dal Governo: «600 o 2000 euro sono un aiuto per un imprenditore, ma non sono sufficienti per far ripartire un’attività considerato che un affitto si aggira intorno ai 150-200mila euro». E per chi alzerà le serrande non sarà facile intercettare clienti. «Quest’anno andare in vacanza – continua – sarà una vera impresa. Considerato che già di turisti stranieri in Calabria ce ne sono pochi e che quelli italiani o sono commercianti, che hanno riaperto dopo due mesi di stop, o sono impiegati che hanno già utilizzato le ferie».
Il problema del turismo in Calabria però non può imputarsi solo al coronavirus. «Parola di figlio d’arte». Il dottor Caminiti infatti ha ereditato la passione e la competenza dalla sua famiglia e in particolare dal nonno: «Sono nato nella camera numero 3 dell’albergo dei miei genitori. La mia famiglia opera nel settore da 160 anni. Abbiamo ospitato Alexandre Dumas, Vittorio Emanuele II e le riunioni dei carbonari. Mio nonno è stato purgato per aver consentito incontri contro il fascismo. So bene quindi di cosa parlo». Per Caminiti la crisi del settore turistico in Calabria esiste già da tempo e tra le cause c’è la mancanza di figure altamente professionali nel settore e nella politica. «Tanti sono medici, avvocati o imprenditori edili. Per carità avranno la voglia di cimentarsi in questo mondo e magari sono anche bravi uomini d’affari, ma manca loro la passione di chi in questo ambiente c’è nato». Un’altra difficoltà è la scarsa lungimiranza. «In Calabria – precisa – c’è poca organizzazione turistica. Chi opera, dagli imprenditori alla politica, deve riuscire ad avere una visione a lungo termine. I programmi e la comunicazione devono anticipare di due anni la stagione turistica. Non si può ragionare di anno in anno. Questo modo di fare porta tanti a dare una scarsa offerta al cliente e di conseguenza induce gli imprenditori ad aprire pochi mesi l’anno».
Caminiti, infatti, sottolinea come il turismo in Calabria si concentri solo nei mesi di luglio-agosto e inizio settembre mentre in altre regioni questo parte già in primavera e si conclude a ottobre inoltrato. Altro difetto è la volontà degli albergatori di fare proprio il modello di altre regioni e non valorizzare il territorio. «In Calabria non è possibile imitare l’Emilia Romagna o la Toscana. Bisogna puntare – spiega – sulle proprie ricchezze e concentrarsi sul ‘family’ e cioè sull’accoglienza. Valorizzando i nostri prodotti come la ‘ndujia, le cipolle di Tropea o il bergamotto e gli eventi organizzati dai vari enti. Noi possediamo gli alberghi più nuovi e con le stanze più grandi di tutta Italia, ma non sappiamo sfruttarli».
La ricetta per riprendersi prevede quindi di unirsi e organizzare una strategia comune. «Serve un’agenzia regionale che sia la cabina di regia del turismo. Queste deve essere composta – chiosa – da persone qualificate ed esperte e in grado di attrarre eventi nazionali e internazionali che portino turisti. Oltre a questa, devono essere create cinque aree di sviluppo turistico in tutta la Calabria dove il mare venga certificato come pulito dove non ci siano discariche, dove l’ambiente sia incontaminato e dove chi vive in queste aree sia pronto ad accogliere il turista. Queste zone avranno il compito di insegnare ai paesi limitrofi come fare turismo. Bisogna quindi creare un organismo di concertazione che includa tutti gli attori del territorio facendo in modo che tutti sposino un progetto e promuovano, con una comunicazione anticipata, gli eventi e i prodotti calabresi. Servono quindi dei tecnici che calcolino gli investimenti e gli introiti totali che possano portare benessere a tutta la regione».