Pagare una performance d’oro. Il fenomeno del «dynamic pricing» interessa i biglietti dei concerti da diversi anni. La Generazione Z si ritrova così a dover fare i salti mortali pur di permettersi un ingresso al concerto del proprio artista preferito. Un aumento di quasi il 400% dal 1981 al 2012. È quanto riguarda il prezzo medio del biglietto, sempre più stretto nelle mani dell’inflazione.
Quanto costavano i concerti
Oasis, Taylor Swift, Beyoncé. Sono solo alcuni dei nomi per i quali i fan «Gen Z», nati tra il 1997 e il 2012, in questi ultimi anni hanno speso cifre da capogiro. Il New York Times ha raccontato la storia di Ignacio Vasquez, che dopo aver messo da parte per un anno i risparmi per il tour Cowboy Carter di Beyoncé, è rimasto spiazzato nel vedere su Ticketmaster i biglietti da un prezzo minimo di 600 dollari a cifre che superavano i mille. Da qui la riflessione sul gap generazionale.
Secondo una ricerca di Pollstar, nel 1996 il prezzo medio dei biglietti era di 25,81 dollari per i primi cento tour, all’incirca 52 dollari considerando l’inflazione. Il 2024 ha visto, invece, un aumento del 3,9% del prezzo medio del biglietto a 135,9 dollari. Cinquant’anni fa, un biglietto per un concerto di Bruce Springsteen si aggirava intorno agli 8 dollari. Dal 1981 al 2012, il prezzo medio del biglietto per un concerto ha registrato un aumento di quasi il 400%, superando l’aumento del 150% dell’inflazione dei prezzi al consumo.

Il boom post-pandemia
Complice dell’aumento della domanda per la partecipazione ai concerti è il periodo post-pandemico, quando la fine delle restrizioni ha risvegliato il desiderio di esperienze dal vivo. Gli incassi totali per i primi 100 tour mondiali nel 2023 sono aumentati del 46%, dai 6,28 miliardi di dollari dell’anno precedente a 9,17 miliardi di dollari, secondo Pollstar. Un insieme di fattori, dai posti limitati alle commissioni di servizio elevate fino alle blande normative per l’acquisto e la vendita dei biglietti, che ha portato a un’impennata dei prezzi dei biglietti. Primeggia il celebre Eras Tour di Taylor Swift, con un incasso complessivo di 2 miliardi di dollari e il prezzo medio a biglietto di 1088 dollari nel 2023.
Cos’è e come funziona il dynamic pricing
Al centro di diverse polemiche che riguardano proprio l’aumento del prezzo dei biglietti per i concerti c’è il fenomeno del dynamic pricing, o prezzo dinamico. Si tratta di una strategia di vendita che utilizza algoritmi per modificare i prezzi in tempo reale in base alla domanda, all’offerta, ai comportamenti degli utenti oppure anche la cronologia di navigazione, il tipo di dispositivo e la geolocalizzazione. Attraverso i cookies di terze parti e altri sistemi di tracciamento, il sistema può prevedere quanto è disposto a pagare l’utente in base alle sue precedenti esperienze di acquisto. Pur essendo considerata una pratica legale, il dynamic pricing smette di essere tale se i prezzi subiscono modifiche durante la fase di acquisto.

Un portavoce di Ticketmaster ha dichiarato al Financial Times che la strategia sarebbe utile a contrastare il bagarinaggio o secondary ticketing, perché i prezzi regolati dal dynamic pricing sarebbero inferiori a quelli dei bagarini. Purtroppo, però, le vittime rimangono gli utenti che pagano cifre spropositate. L’Associazione Nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori (ADOC) ha stilato una breve guida per aggirare il dynamic pricing, spiegando passo per passo le accortezze da mettere in atto.