Il caro energia spegne le imprese e le città

È bastato che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, pronunciasse la parola “intervento” contro il caro bollette, per riaccendere l’attenzione sul costo dell’energia. La portata dello stanziamento promesso dovrebbe essere tra i 5 e i 7 miliardi, ma industrie, enti locali e famiglie chiedono un intervento più strutturale.

LE CITTÀ SI SPENGONO PER PROTESTA
Castello Sforzesco, tra i monumenti che si è deciso di spegnere

Resteranno al buio i monumenti e le piazze di molte città italiane. La decisione di spegnere le luci per mezz’ora, alle 20:00 del 10 febbraio, è stata presa dai sindaci per manifestare la difficoltà creata dal prezzo dell’energia. «Stimiamo un aggravio di almeno 550 milioni di euro per gli enti locali, a fronte di una spesa annua per l’energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro», dice il presidente dell’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), Antonio Decaro. Per fare un esempio il sindaco della capitale, Roberto Gualtieri, ha spiegato che solo a Roma si pagano attualmente per l’energia tra i 40 e i 50 milioni in più in un anno: «Ovvero tre anni di trasporto scolastico, tre mesi di mense, 180 km di manutenzione stradale», ha aggiunto.

LE CONSEGUENZE DEL CARO BOLLETTE SU FAMIGLIE E IMPRESE

Nei primi tre mesi del 2022 il prezzo dell’energia elettrica è aumentato del 55%, mentre quello del gas è a +41,8%. A soffrire maggiormente di questi rincari, oltre ai comuni e alle famiglie, sono le industrie più energivore. «Servono interventi strutturali», ha detto il presidente di Confidustria Carlo Bonomi. La sensazione generale, infatti, è che manchi una vera progettualità per uscire da questa crisi. Le imprese che hanno trainato la ripresa, sono affossate dai costi di produzione. Non sono poche le aziende che hanno già dovuto ricorrere alla cassa integrazione (cig) per i propri dipendenti. Esemplare il caso del Sulcis, nel sud della Sardegna, dove il caro energia ha costretto l’azienda Portovesme a spegnere l’impianto zinco e a mettere in cig 410 dipendenti. Altre aziende hanno addirittura rimodulato i propri orari di lavoro per sfruttare le fasce orarie con un costo di energia più basso.

LE POSIZIONI DEI PARTITI

Il decreto annunciato da Draghi – che verrà varato la settimana prossima – era atteso da tempo. Tutti i partiti chiedono un intervento sul caro bollette, ma hanno ricette diverse per trovare i fondi. Riccardo Molinari della Lega, al programma L’Aria che tira, ha detto: «Servirebbe uno scostamento di bilancio di 30 miliardi, finora si sta facendo poco». Anche Antonio Tajani, da Forza Italia, invoca lo scostamento, ma Draghi ha già manifestato la sua contrarietà a questa soluzione. Dal Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, invece, si è limitato a chiedere «che la soluzione del caro bollette sia strutturale». Quello che è ormai certo è che il governo dovrà ideare un piano di ampio respiro, perché la crisi energetica è destinata a durare ancora per molto. Sarà quindi da vedere nelle prossime settimane come Draghi e il Ministro dell’Economia, Daniele Franco, intendono recuperare i soldi necessari senza aumentare il debito.

 

Elisa Campisi

SONO GIORNALISTA PRATICANTE PER MASTERX. MI INTERESSO DI POLITICA, ESTERI, AMBIENTE E QUESTIONI DI GENERE. SONO LAUREATA AL DAMS (DISCIPLINE DELL’ARTE DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO), TELEVISIONE E NUOVI MEDIA. HO STUDIATO DRAMMATURGIA E SCENEGGIATURA, CONSEGUENDO IL DIPLOMA TRIENNALE ALLA CIVICA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI.

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