Le Borse accennano una frenata dopo la chiusura di venerdì. Un avvio di settimana in chiaroscuro, quello di delle Borse di lunedì 9 settembre, Milano inclusa. Complici le tensioni per la guerra dichiarata da Israele nei confronti della Palestina, ma anche i nuovi timori sul petrolio e l’approvvigionamento di materie prime.
Vediamo la situazione più da vicino.
Le borse europee
A Milano il FTSE MIB ha ceduto lo 0,46%, spinto giù dalle crescenti tensioni internazionali, ma non è stata la Borsa in peggior frenata oggi.
Quasi tutte le altre piazze europee sono state influenzate in negativo dalle novità del fine settimana sul fronte israeliano. A Francoforte il DAX ha terminato la seduta a -0,67% sulla seduta precedente. Parigi non è migliore con il suo CAC 40 al -55%. Infine maglia nera per Madrid, il cui IBEX 35 viaggia in perdita di quasi un punto percentuale a -0,91%.
Grande influenza ha avuto la vendita da parte della Banca Centrale di Tel Aviv di 30 miliardi in valuta estera. Il TA-35 israeliano dà segni di ripresa oggi (+0,95%) dopo il crollo di qualche giorno fa dovuto all’attacco di Hamas e alla conseguente sfiducia degli investitori.
Altri due dettagli macroeconomici da non sottovalutare. Per questo mercoledì si attende l’indice dei prezzi alla produzione. Invece giovedì sarà la volta di quello dei prezzi al consumo.
Piazza affari oggi
Leonardo oggi ruba la scena a tutti gli altri titoli azionari, mettendo a segno un +4,79% dopo l’andamento incerto della settimana precedente. Per la società c’è la possibilità di sfruttare il conflitto per eventuali commesse concentrate su difesa e sicurezza. Bene anche Tenaris, che sfiora i quattro punti percentuali in più con un +3,93% nella prestazione giornaliera.
Meno performanta la giornata di Banca MPS (-6,25%) che da tempo ci sta abituando a una volatilità inusuale per una banca, a causa delle previsioni di vendita delle quote da parte del Tesoro.
Delude anche il titolo Juventus che perde oltre otto punti percentuali dopo che sono state annunciate perdite nel 2022-2023 per 124 milioni. Ha preoccupato gli analisti anche una nuova ricapitalizzazione del capitale sociale per 200 milioni di euro.
Cambi, materie prime e spread
Lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi non riesce a scendere al di sotto dei 200 punti base, e anzi si consolida a 206. Il rendimento decennale ha invece subito una leggera frenata, arrivando in chiusura al 4,83%.
Sul fronte valutario pesano le tensioni in Israele: il cambio tra euro e dollaro torna a 1,0547, ma era addirittura tornato in area 1,06 nel fine settimana.
Il petrolio torna a salire sulla scia delle tensioni in Medioriente che potrebbero coinvolgere anche l’Iran, con conseguenti problemi all’approvvigionamento mondiale. Il Brent future dicembre torna a sfiorare i 90, con un prezzo fissato sugli 88 dollari al barile.
Resta anche da capire se la nuova impennata dell’energia possa influenzare le aspettative di inflazione a medio e breve termine, convindendo le banche centrali ad approvare nuove strette.