Borse europee in profondo rosso il 21 settembre 2023, dopo la decisione unanime della Federal Reserve (Fed) di mantenere stabili i tassi d’interesse negli Usa.
I mercati chiudono la seduta in forte calo, zavorrati dalla prospettiva di tassi di interesse più elevati negli Stati Uniti per un lungo periodo. La Federal Reserve ha lasciato i tassi invariati ma ha segnalato la possibilità nuovi rialzi entro la fine del 2023 e solo un limitato taglio nel 2024. La fase di restrizione, dunque, durerà più di quanto previsto.
Le Borse in Europa
Giornata da dimenticare per tutte le Borse europee. Milano fanalino di coda. Il Ftse Mib di Piazza Affari cede l’1,78% a 21.123 punti. Francoforte perde l’1,32%, Parigi l’1,59%, Londra lo 0,68% e Amsterdam lo 0,89%.
A Piazza Affari male in particolare i titoli energetici e i fossili, con Saipem che cede il 4,01% e Tenaris il 2,78%. Ferrari lascia sul terreno quasi il 4,7%, danneggiata anche da un dollaro troppo forte sull’export. Seduta in rosso anche per Cnh (-4,12%) e Interpump (-4,26%).
Bene e in controtendenza invece le banche, con UniCredit che sale del 2,45% dopo la conferma dei piani di distribuzione del capitale. Bper guadagna l’1,73% e Mps lo 0,48%.
La strategia della Fed
La banca centrale americana, come previsto, ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati al 5,25%-5,50%, il livello più alto degli ultimi 22 anni. Il ‘dot plot’ segnala un altro rialzo di 25 punti base nel 2023. A giugno si immaginavano 100 punti base di taglio nel 2024 contro i 50 punti previsti ora.
Il cambio di rotta fa parte della cosiddetta strategia del soft landing (letteralmente, dell’atterraggio soffice) immaginata da Jerome Powell – a capo della Fed – per l’economia americana. I dati sull’occupazione sotto il 4% dimostrano comunque che l’economia americana è solida, come ha ribadito lo stesso Powell in conferenza stampa.
La scelta della Fed ha certamente allarmato le Borse, con Wall Street che apre poco fiduciosa e in rosso, sull’onda delle piazze del Vecchio Continente.
Petrolio e spread in risalita, euro ai minimi
Il petrolio rimane sostanzialmente stabile, con il Wti sopra i 90 dollari al barile (+1%) e il Brent a poco più di 94 dollari (+1,2%). Passando al gas, il Ttf ad Amsterdam si attesta sui 38,5 euro/MWh, in crescita del +3,41%.
Dopo la flebile ripresa della giornata precedente, l’euro torna a indebolirsi e scivola sotto quota 1,0587 sul dollaro, minimo da marzo. Lo spread Btp-Bund chiude in rialzo a 179 punti base, toccando anche i 180 intorno a metà giornata. In lieve salita anche il rendimento del decennale italiano, che chiude al 4,55%.