Giornata da incubo per le criptovalute. Tutte le principali monete elettroniche registrano cali a doppia cifra, riducendo lievemente le perdite in seconda battuta. Scivolone del 13% per il Bitcoin che torna sotto la soglia dei 12.000 dollari per la prima volta dopo un mese e mezzo circa; la moneta virtuale ha toccato un minimo di seduta di 11.531 dollari. Una stretta che arriva proprio mentre la Corea del Sud, uno dei Paesi dove le criptovalute sono maggiormente diffuse, ha ipotizzato uno stop agli scambi.
Un possibile divieto del trading su cui il governo di Seul ha comunque mantenuto la massima prudenza. «La proposta di chiusura delle piattaforme di scambio che il ministro della Giustizia della Corea del Sud, Park Sang-ki, ha recentemente menzionato – fa sapere il governo tramite una nota ufficiale – è una delle misure suggerite contro la speculazione. La decisione finale sarà presa in futuro dal governo coreano, dopo sufficienti consultazioni e coordinamento di opinioni».
La Cina, intanto, ha messo nel mirino siti web e app che offrono servizi simili a piattaforme di scambio di criptovalute; l’obiettivo di Pechino, riporta Bloomberg citando fonti anonime, è bloccare agli investitori cinesi l’accesso agli exchange domestici e a quelli offshore di moneta virtuale che consentono scambi centralizzati.
Nel frattempo, secondo quanto riportato dalla Reuters, il vice Governatore della banca centrale cinese, Pan Gongsheng, sostiene che le autorità dovrebbero vietare il trading centralizzato delle criptovalute; un processo che si realizza attraverso canali dove è più facile acquistare e vendere monete elettroniche. L’indicazione arriverebbe da una nota del vice Governatore durante un incontro tra le autorità di controllo su Internet. La Cina ha già vietato il trading dalle piattaforme di scambio e ora vuole combattere l’attività di creazione di nuova criptovaluta anche se le operazioni in Bitcoin proseguono attraverso canali alternativi. Intanto gli Usa osservano preoccupati…(al)