«Un italiano su quattro è a rischio povertà», questo l’allarme lanciato dalla Banca d’Italia, che dal 1989 al 2016 ha condotto un’indagine sui bilanci delle famiglie. Oggi il rischio di povertà è elevato per le famiglie giovani, meno istruite, residenti nel Mezzogiorno o composte da stranieri. Secondo questo studio, tra il 2006 e il 2016 tale rischio è diminuito solo tra le famiglie con un capofamiglia pensionato o con oltre 65 anni.
Banca d’Italia perciò avverte: «Un valore che non era mai stato così elevato dalla fine degli anni ’80». In particolare nel 2016 la quota di persone a rischio povertà è salita al 23%, la percentuale più alta dal lontano 1989.
Nonostante i redditi delle famiglie italiane siano tornati a crescere, dopo dieci anni di «caduta», secondo via Nazionale continua ad aumentare il livello di disuguaglianza, cresciuto dell’1,5%. Dall’indagine risulta un incremento del 3,5% del reddito medio equivalente delle famiglie nel 2016 – parametro utilizzato per misurare il livello di benessere – che era in forte calo dal 2006. L’Italia resta dunque lontana dal picco dell’11% registrato nel periodo pre-crisi. Migliorano i redditi percepiti dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, mentre continuano a cedere quelli degli autonomi.
In calo anche la ricchezza, a cui si aggiungono però i dati positivi sulla riduzione delle famiglie indebitate e sull’aumento dei nuclei che dichiarano di essere riusciti a risparmiare.
(chc)