Nell’estate del 1991, quella della Prima Guerra del Golfo, Valentino Garavani progettò un abito. Lungo, bianco e blasonato con la parola “pace” ricamata in quattordici lingue diverse, quel vestito divenuto sinonimo di speranza è valso allo stilista italiano il primo premio come “Uomo della Moda e della Pace“. Una novità nel suo genere che è stata consegnata al couturier nel pomeriggio di martedì 20 febbraio a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo.
Era caduto il Muro di Berlino, l’URSS non c’era più. La Guerra Fredda iniziata nel 1945, appena finita quella caldissima (la seconda, mondiale), non c’era più. Eppure una mattina dell’agosto del 1990, a destare la popolazione mondiale furono le immagini dei carrarmati iracheni che attraversavano il deserto ed entravano a Kuwait City. E così da allora in poi, quando iniziarono i bombardamenti, si cominciarono a vedere quelle luci verdi che rompevano il buio delle notti di Baghdad.
Premio "LA MODA VESTE LA PACE" al Parlamento Europeo il 20 febbraio 2018. Previsto un intervento di Beppe Pisani, vice…
Pubblicato da CNA Artfashion su Sabato 17 febbraio 2018
Fu nel mezzo di quella che venne definita come «la prima guerra del villaggio globale», che Valentino realizzò “l’abito della pace” riconosciuto già all’epoca quale emblema di una nuova concezione della moda, che porta messaggi forti, sociali e densi di significato. Adesso il premio, consegnato in occasione dell’evento “Fashion Dresses Peace – World Conference of Women, Fashion and Design” organizzato e promosso da African Fashion Gate.
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