The Well, la favola horror di Federico Zampaglione

Un pozzo di sangue, di misteri e di orrori. The Well di Federico Zampaglione (Shadow, Tulpa – Perdizioni mortali, Nero bifamiliare) approda alla 34esima edizione del Noir in Festival. La Sala dei 146 dell’Università IULM ha ospitato questa pellicola visivamente impattante, che omaggia il cinema horror italiano degli anni Settanta e Ottanta. Un cast d’eccezione che vede protagonista Lauren LaVera (Terrifier 2 e 3), accanto a Claudia Gerini, Linda Zampaglione, Lorenzo Renzi e Giovanni Lombardo Radice.

Trama

Nel 1993, la restauratrice americana Lisa Gray (Lauren LaVera) si reca in un piccolo borgo italiano per riportare al suo antico splendore un dipinto medievale rovinato da un incendio. Incaricata dalla nobildonna Emma Malvisi (Claudia Gerini) di completare il lavoro entro due settimane per la vendita all’asta del quadro, la giovane si ritrova coinvolta in una storia oscura, fatta di maledizioni e creature mostruose, nascoste tra le mura di quella dimora.

Le ambientazioni e l’omaggio all’horror italiano

Zampaglione sceglie come sfondo per The Well diversi luoghi nei dintorni di Roma, tra cui il Castello Theodoli di Sambuci come location primaria, Palazzo Cenci Bolognetti di Vicovaro e Saracinesco. Castello Theodoli si sposa perfettamente con l’omaggio al gotico italiano che il regista ci regala. Il quadro come oggetto centrale di scena, i massacri fanno pensare a La casa dalle finestre che ridono di Pupi Avati. La ragazza americana in trasferta in Italia ce la raccontava Dario Argento in Suspiria. Ed effettivamente Lisa Gray potrebbe essere una Susy Benner 2.0, anche solo per la somiglianza tra Jennifer Harper e Lauren LaVera.

Lisa Gray che guarda il dipinto in una scena del film. Credits: MyMovies
Lisa Gray che guarda il dipinto in una scena del film

Eppure The Well non cita, ma omaggia. Zampaglione dà a questo film un’identità propria, che affonda le radici in un genere che era stato dato per sepolto e dimenticato. Un castello e le sue segrete, il mostro e la maledizione. Attraverso essi scorrono fiumi di sangue, che portano con sé un perfetto equilibrio tra sovrannaturale, reale e fantastico.

Il pozzo degli orrori

Già nella prima mezz’ora del film veniamo accompagnati in un luogo sporco, teatro di barbarie. Le celle dalle sbarre fatiscenti, un pozzo buio e profondo – più profondo di quello accompagnato dal pendolo di Edgar Allan Poe -, e poi lui, il boia Arruda. Interpretato magistralmente da Lorenzo Renzi, il mostruoso guardiano del pozzo ci si presenta muto. Il suo esprimersi solo tramite versi ed espressioni facciali ha reso, a mio avviso, il personaggio iconico.

Il guardiano del pozzo Arruda tiene per i polsi una ragazza.
Il guardiano del pozzo Arruda tiene per i polsi una ragazza.

Quello che accade in quel luogo forse è degno di ciò che accade in uno dei gironi dell’Inferno di cui ci parla Dante. Un viaggio ai confini del male, che non fa sconti a nessuno, men che meno agli spettatori. Una violenza vivida, resa realistica grazie agli effetti speciali curati da Carlo Diamantini (Il racconto dei racconti), che sfocia nel gore senza freni. Di sicuro, dopo aver visto The Well, il famoso pozzo dei desideri sarà l’ultimo luogo che vorrete frequentare.

Una recitazione bilingue

Un plauso al cast per la performance in un inglese fluente e privo di ingerenze italiane. La scelta di inserire anche frasi in italiano nei dialoghi funziona e rende anche meno monotono lo stile narrativo. D’impatto specialmente Linda Zampaglione, figlia di Federico e Claudia Gerini, che riesce a trasmettere tanto del suo articolato personaggio. Lauren LaVera si conferma con questa interpretazione, a mio avviso, uno dei volti promettenti dell’horror moderno. Menzione speciale a Giovanni Lombardo Radice che regala la sua ultima apparizione – qui nei panni del padre di Lisa – sul grande schermo prima della sua scomparsa lo scorso anno.

Emma Malvisi in una stanza del castello
Emma Malvisi in una stanza del castello
Conclusioni

Con The Well Federico Zampaglione rientra a pieno titolo in quella categoria di cineasti capaci di rinvigorire un genere in cui molti avevano smesso di credere. Fotografia, costumi e ambientazione ci riportano sempre lì, in quel pozzo dove si annidano i nostri demoni, le angosce, i rimorsi. Una moderna favola gotica che lascia il segno.

 

Giulia Spini

Laureata in Interpretariato, penso in inglese e in spagnolo ma parlo italiano. Appassionata di tutto ciò che riguarda la settima arte. Il mio sogno nel cassetto? Lavorare come giornalista di spettacolo.

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