Il Maggiolino va in pensione, fuori produzione l’auto più iconica del mondo

Una linea talmente inconfondibile da renderla un’auto indimenticabile. E così la sua uscita di scena ha avuto un’eco a livello mondiale. Stiamo parlando del Maggiolino, prodotto dalla Volkswagen a partire dal 1938 e che il 10 luglio 2019 ha visto uscire dalla fabbrica di Puebla, in Messico, l’ultimo esemplare di sempre. Quei fari tondi, la linea così simile all’insetto a cui è sempre stato paragonato, l’idea di auto universale che potesse far viaggiare proprio tutti. La “Beetle”, come la chiamano gli americani, ha segnato la storia.

 

L’auto del popolo

Ottant’anni di vita e più di 22 milioni di esemplari prodotti: questi i numeri del modello d’esordio di Volkswagen. Si tratta del quarto modello più venduto della storia dell’automobile, preceduto solo da Toyota Corolla, Ford F-150 e Volkswagen Golf. Affonda le sue radici nella Germania nazista, dove Hitler voleva la produzione di un modello che potessero permettersi tutti. Grazie al genio di Ferdinand Porsche (che nel 1931 aveva fondato l’omonimo studio di progettazione e che avrebbe creato, più tardi, un altro modello capace di fare storia, la 911) nacque nel 1938 la Typ 1. La città di Wolfsburg fu fondata apposta per alloggiare gli operai impegnati della fabbrica di Volkswagen (in tedesco “auto del popolo”), che allora non era nemmeno un marchio. Era proprio una denominazione: il veicolo per tutti.

Una linea di produzione del Maggiolino negli anni ’50. La città di Wolfsburg fu fondata appositamente dai nazisti per supportare la fabbrica Volkswagen

Un motore boxer quattro cilindri raffreddato ad aria, capace di erogare 22 cavalli e montato a sbalzo dietro l’asse posteriore. Questa l’innovazione di Porsche: fino ad allora, la maggioranza delle auto aveva il propulsore davanti. Nel dopoguerra, quando lo stabilimento di Wolfsburg fu ricostruito per la sola produzione civile, si produssero 10.000 unità già nel primo anno di funzionamento. L’auto, inizialmente pensata per il solo mercato interno, fu poi commercializzata anche all’estero in una versione più rifinita. Ed è ancora un’idea geniale di Porsche a generare l’innovazione della Typ 1 Cabrio, con il tetto in tela ripiegabile completamente.

Nel 1955 si tocca il milione di esemplari prodotti e le innovazioni tecnologiche continuano a essere introdotte sul modello base, in origine molto spartano. Celebre poi nel 1958 la battuta del fondatore di Pininfarina, atelier di design automobilistico italiano, che chiamato per una consulenza dai tecnici Volkswagen sui miglioramenti alla linea del Maggiolino, ribatté: «È perfetta così, perché la volete cambiare?».

La produzione viene spostata da Wolfsburg al Messico nel 1981 e undici anni dopo si toccano i venti milioni di esemplari. Nel paese latinoamericano si continuerà a costruire la vettura fino al 2003, sebbene già nel 1997 la Volkswagen aveva messo in commercio la New Beetle, che cercava di rievocare le forme storiche del Maggiolino. Esperimento non troppo riuscito, rimane comunque in produzione nello stabilimento messicano di Puebla fino al 2010. Debutta infine l’ultima versione, rinfrescata nelle linee per ricordare ancora di più l’originale, il cui ultimo esemplare costruito è uscito il 10 luglio di quest’anno dallo stabilimento.

 

Herbie, l’idolo dei bambini

Una scena notissima tratta da Il maggiolino tutto matto, quando Herbie si spezza ma riesce comunque a vincere la corsa di El Dorado

È nella cultura di massa però che la Käfer spopola. Il film del 1968 Un maggiolino tutto matto, prodotto da Walt Disney, introduce per la prima volta il personaggio di Herbie, auto animata che conquista le simpatie di tutto il mondo. Nato sulla base del racconto Car, Boy, Girl di Gordon Buford, il Maggiolino animato diventa protagonista di numerose pellicole, sei, e di una serie tv. Tutti si ricordano di aver visto almeno una volta quell’auto color crema con le strisce bianche, rosse e blu e il numero 53. Nel  corso delle sue avventure Herbie vince numerose gare automobilistiche, accompagnato sempre da diversi protagonisti umani, arrivando persino a disputare il Rally di Montecarlo e la Nascar. È l’underdog definitivo, il simbolo che si può arrivare ovunque con coraggio e passione. Migliaia di repliche della star cinematografica a quattro ruote si trovano ancora in circolazione.

Tra tutte, appare appropriato che proprio nell’anno in cui si ferma la sua produzione, una vettura color crema e le strisce rosse e blu partecipi alla 24 ore di Spa-Francorchamps in Belgio, una delle più importanti gare di durata per vetture gran turismo. Si tratta di una Porsche 911 GT3 Cup con carrozzeria modificata per ricordare Herbie, il “maggiolino tutto matto” che usciva al cinema proprio 50 anni fa. Senz’altro “Juliet”, questo il nome dell’auto, avrà tutti gli occhi puntati addosso quando percorrerà i sette chilometri del circuito delle Ardenne. Il progetto, portato avanti da alcuni appassionati belgi, raccoglierà soldi in beneficenza per alcune fondazioni locali in aiuto dei bambini.

“Juliet”, costruita sulla base di una Porsche 911 GT3 Cup MR, ha ricevuto un invito per competere alla 24 ore di Spa il 27 e 28 luglio 2019

Quella del Maggiolino non è solo la storia di un’auto. È un’idea, un concetto filosofico, quello del mezzo popolare che permette a tutti di spostarsi. La storia di Davide contro Golia, dei piccoli che ce la fanno, che trionfano sui più grandi. È un  simbolo che tutti ricorderemo per sempre. E siamo certi che l’ultimo capitolo di questa storia non è ancora stato scritto.

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