Lucio Dalla: lunedì sera il ricordo della sua Bologna

Il primo marzo del 2012 Bologna tace. Per la prima volta dal 1943, anno di nascita di Lucio Dalla, la sua città ammutolisce. Il cantautore è stato stroncato da un infarto dopo un concerto in Svizzera. È Andrea Mingardi, artista suo amico, a dare la notizia del malore che poi lo ha ucciso. «Lucio era una torre piccola, ma anche la più grande di Bologna» dice annunciando la morte dell’artista. Il capoluogo emiliano, nonostante i messaggi di cordoglio dalla musica italiana che aumentano con il passare delle ore, resta congelato nel suo silenzio.

Lucio Dalla durante un’esibizione al piano di 4 marzo 1943
LA BOLOGNA ORFANA DI DALLA

È servito qualche giorno per capire come reagire e cosa dire. L’incantesimo che Lucio aveva lanciato sulle strade della città per poterla raccontare come fosse una favola, si è interrotto bruscamente a pochi giorni dal sessantanovesimo compleanno del cantautore. Perché di Lucio si diceva che fosse un bugiardo e che, a causa del passare del tempo, neppure lui era più in grado di distinguere le sue menzogne dalla realtà dei fatti. Ma è la condanna di chi nasce per raccontare storie: la verità sarà più utile, ma l’immaginazione ha molto più fascino. Quello che vorresti fosse vero racconta chi sei molto di più di ciò che in realtà vivi. A forza di belle bugie, Bologna è diventata quello che Dalla cantava e Piazza Grande, splendida nel suo vestito nuovo fatto di parole, reagisce: nei giorni che seguono la scomparsa dell’artista, la sua musica risuona per le strade nonostante il lutto cittadino e al funerale di Lucio, svoltosi nella basilica di San Petronio il 4 marzo 2012, partecipano 50mila persone, tra artisti e cittadini comuni. La salma viene inumata accanto alle spoglie di Giosuè Carducci e del pittore Giorgio Morandi. Sulla sua lapide, realizzata da Antonello Paladino, le parole di “Cara”: «Buonanotte, anima mia, adesso spengo la luce e così sia».

MARCO ALEMANNO E LA CASA DI VIA D’AZEGLIO

L’anima della città ha cambiato residenza, ma respira ancora nel vento che investe le stradine dipinte nei versi di Dark Bologna, brano pubblicato nel 2006 ed inserito nell’album “12.000 lune”. Il centro emiliano diventa un grande museo dedicato al suo cantore: la casa di via D’Azeglio si trasforma nella sede della Fondazione Lucio Dalla, costantemente aperta, un po’ come la città che il cantante aveva sempre ritenuto la sua vera casa. Di lei diceva di aver provato ad abbandonarla più volte, ma alla fine non poteva non ritrovarsi nuovamente nella sua Piazza Grande, incapace com’era di scrivere senza averla sotto gli occhi. Il suo amore per Bologna, diceva, era l’unica certezza che riteneva di avere fin da bambino, quando ai compagni di scuola indicava il primo uomo alto di statura che si trovava a passare di lì, spacciandolo per suo padre. E così la sua famiglia era in chiunque si ritrovasse ad incrociare il suo cammino, come Marco Alemanno, il suo compagno di vita. Lo aveva incontrato nel 1997 in via D’Azeglio. Marco, di diversi anni più giovane di lui, stava passeggiando con un’amica. Il cantante, come spesso accadeva quando qualcuno lo fermava per strada, li ha invitati a casa sua dopo dieci minuti di conversazione. Anni dopo avrebbe ammesso con Alemanno di aver riconosciuto in loro gli Anna e Marco della sua canzone.

Lucio Dalla insieme al suo compagno Marco Alemanno

Alemanno è il custode più attento dei pensieri di Lucio: con lui inizia una vita in cui, dopo due giorni passati a riposo nella loro abitazione di Bologna, subentrava la noia. E la bulimia di vita è stata la prima nemica di Dalla. I due erano sempre in viaggio, eternamente in bilico tra il bisogno che il cantante aveva di andare e quella necessità di respirare Bologna per continuare a fare arte. Marco racconta l’insonnia di Lucio, sempre affacciato alla finestra che dava su via D’Azeglio, preso dalla sua missione impossibile di scrutare nella notte della città delle ombre da imprigionare nei suoi versi. Ed era di notte che Lucio raccontava il futuro della sua musica al compagno. Alemanno è stato infatti il primo a rivelare alla stampa che poco prima di morire, Dalla stava lavorando ad un nuovo progetto musicale che però non ha mai visto la luce.

Paolo Piermattei, responsabile editoriale e talent scout della Pressing Line, l’etichetta fondata dal cantautore nel 2001, ha conservato cinque brani inediti contenuti in un hard disk dell’artista. A questi brani stava lavorando insieme ad altri nomi noti della canzone italiana. L’intenzione era quella di pubblicare quei 5 pezzi all’interno di un box set celebrativo in occasione dei 5 anni dalla scomparsa di Lucio. Per una questione di diritti, però, il lavoro non è mai stato pubblicato.

BUON COMPLEANNO LUCIO: LA FESTA DI LUNEDI’
Disegno sul muro della casa di via D’Azeglio, oggi sede della fondazione Lucio Dalla

Nel frattempo, Bologna si prepara ai 76 anni del suo cantore: lunedì sera, in occasione del suo compleanno, il Teatro Comunale di Bologna ospiterà lo spettacolo Lucio Dalla – Quarant’anni dopo, per celebrare i 40 anni dall’uscita dell’album Lucio Dalla, uno dei più importanti nella storia della musica italiana. Un concerto che vedrà coinvolti alcuni dei compagni di sempre dell’artista: Gaetano Curreri, Luca Carboni, Ron, Francesco Gabbani, Marco Masini, Lo Stato Sociale, Giovanni Caccamo, Renzo Rubino, Iskra Menarini, Graziano Galatone e Riccardo Majorana saranno i protagonisti di uno show che alternerà musica e spettacolo. Tutte le canzoni del disco avranno una dimensione completamente nuova grazie all’esecuzione dell’orchestra sinfonica del Teatro Comunale. La serata sarà seguita in diretta da Radio1 Rai con lo speciale “Così mi distraggo un po’”.

Dalla scomparsa di Lucio, avvenuta sette anni fa, Bologna ha sempre celebrato l’artista soltanto il giorno del suo compleanno. È come se Dalla fosse ancora vivo: la città alita in faccia ai turisti l’anima che l’artista le ha soffiato dentro con le sue canzoni. È come se i cittadini non si fossero ancora arresi alla sua scomparsa e la realtà non riuscisse a soppiantare il suono della sua arte.

Gabriella Mazzeo

24 anni, giornalista praticante. Attualmente scrivo per MasterX, prossimamente scriverò per qualsiasi testata troverete in edicola. Per ora intaso il vostro internet, fra diversi anni forse anche le vostre tv. Nel dubbio, teniamoci in contatto

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