La Lombardia è la regione italiana con più Patrimoni Unesco: 11 su 53

Il centro storico di Roma, il sito archeologico di Pompei, i sassi di Matera. Sono tra i più noti Patrimoni dell’Unesco custoditi in Italia, culla dell’arte e della cultura. Il nostro Paese è infatti al primo posto sul podio mondiale per possesso di beni Unesco, con l’incredibile cifra di 53. Pochi sanno invece che la Lombardia è la regione italiana che ne ospita di più: ben 11 su 53. Alcuni più noti, altri meno, meritano tutti una visita. Scopriamoli insieme.

Il Bernina Express della Ferrovia Retica

Il Bernina Express, Patrimonio Unesco della Lombardia dal 2008

Conosciuto come il trenino rosso, proprio grazie al suo colore, il Bernina Express spicca distintamente tra lo stupendo paesaggio naturalistico che attraversa durante la tratta, che va da Tirano in Valtellina fino a Thusis in Svizzera.
E’ stato costruito nel 1904 per superare l’isolamento degli insediamenti nelle Alpi Centrali, e nel 2008 si è aggiudicato un posto tra i beni Unesco proprio perché incarna dei risultati architettonici e di ingegneria civile assolutamente innovativi per l’inizio del XX secolo. Il tutto in armonia con l’ambiente circostante.

I siti palafitticoli preistorici dell’Arco Alpino

La Lombardia è la regione italiana con più Patrimoni Unesco: 11 su 53
I siti palafitticoli preistorici dell’Arco Alpino, Patrimonio Unesco della Lombardia dal 2011

Questa struttura comprende ben 111 villaggi palafitticoli, ovvero degli insediamenti umani che portano la testimonianza di un intero fenomeno culturale preistorico che va dal Neolitico all’Età del Ferro. Sono stati iscritti nel Patrimonio Unesco nel 2011 proprio perchè rappresentano, dal punto di vista tecnologico, un’innovazione straordinaria per l’epoca. Sono stati costruiti in zone umide, in seguito sommerse dall’acqua e inglobate dalle torbiere. Questo fenomeno ha permesso agli archeologi il ritrovamento di reperti che sono indizio di come gli antichi abitanti del posto vivevano e conservavano il cibo.

L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci

La Lombardia è la regione italiana con più Patrimoni Unesco: 11 su 53
L’Ultima Cena di Leonardo Da Vinci, Patrimonio Unesco della Lombardia dal 1980

Una testimonianza del genio dell’artista e scienziato italiano Leonardo Da Vinci è custodita a Milano, nel Convento Domenicano della basilica di Santa Maria delle Grazie. Commissionato da Ludovico il Moro, reggente del ducato di Milano nella seconda metà del XV secolo, L’Ultima Cena è un dipinto su muro, realizzato con una tecnica diversa dall’affresco. Leonardo Da Vinci stese il colore sull’intonaco asciutto, in modo da poterci lavorare sopra in più fasi, perfezionandolo così nei minimi dettagli. La sua bellezza convinse l’Unesco a iscriverlo nel suo Patrimonio nel 1980, insieme al convento e alla basilica.

Il parco nazionale delle incisioni rupestri in Val Camonica

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Incisioni rupestri della Val Camonica, Patrimonio Unesco dal 1979

Queste incisioni rupestri, situate in numerose grotte della Val Camonica, costituiscono una straordinaria documentazione figurata dei costumi e delle credenze religiose degli antichi abitanti del luogo. Risalgono a un arco di tempo che va dalla fine del Paleolitico Superiore alla fine del I millennio a.C e raffigurano momenti di vita quotidiana, come agricoltura e caccia, e di spiritualità, quali scene di culto e danze. Sono diventate Patrimonio dell’Unesco nel 1979.

Il villaggio operaio di Crespi d’Adda

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Il villaggio operai di Crespi d’Adda, Patrimonio Unesco della Lombardia dal 1995

Questo villaggio è un esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai sviluppatosi tra il XIX e il XX secolo in Europa e nell’America del Nord. La costruzione fu commissionata dall’industriale cotoniere Crespi, che desiderava una città ideale del lavoro, dove i suoi dipendenti e le loro famiglie potessero avere a disposizione chiese, scuole, ospedali, teatri, bagni pubblici, spacci alimentari e negozi di abbigliamento. Si possono ammirare circa cinquanta casette ai tempi riservate dagli operai, geometricamente allineate, circondate da orti e giardini. Spiccano anche alcune maestose ville riservate ai dirigenti d’azienda. Alcuni discendenti degli antichi operai abitano sul posto ancora oggi e hanno visto diventare le loro abitazioni Patrimonio dell’Unesco nel 1995.

Mantova e Sabbioneta

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Uno scorcio di Mantova, Patrimonio Unesco della Lombardia dal 2008

Due città distinte, ma inserite entrambe tra i beni Unesco nel 2008 per le loro realizzazioni urbane, architettoniche e artistiche del Rinascimento. Furono realizzate sotto il nome della principesca famiglia Gonzaga, una delle più evolute in Europa dal XIV al XVIII secolo. Alla costruzione di Mantova e Sabbioneta hanno contribuito alcuni dei maggiori artisti italiani dell’epoca: Leon Battista Alberti, Luca Fancelli, Andrea Mantegna, Giulio Romano, Vicenzo Scamozzi e Bernardino Campi.

Le mura di Bergamo Alta

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Le mura venete di Bergamo, Patrimonio Unesco della Lombardia dal 2017

Sono il sito italiano che è stato iscritto più di recente nel Patrimonio Unesco, nel luglio 2017. Sono dette anche mura venete poiché facevano parte di un sistema di fortificazioni difensive volute dalla Serenissima Repubblica di Venezia, tra XVI e il XVII secolo. Servivano a difendere i possedimenti della Repubblica marinara, tra i quali si contava anche Bergamo.

Il saper fare liutario cremonese

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Una bottega di liuteria a Cremona

L’arte liutaria artigianale di Cremona risale al XVI secolo ed è la testimonianza della realizzazione di strumenti musicali ad arco, in particolare il violino, secondo i canoni stabili dai grandi maestri liutai dell’epoca, a cominciare da Andrea Amati. Questo incredibile “saper fare”, iscritto all’Unesco nel 2012, è stato tramandato di generazione in generazione e ancora oggi si possono visitare a Cremona 141 botteghe specializzate.

I luoghi di potere dei Longobardi in Italia

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Monastero di Santa Giulia a Brescia, uno dei luoghi del potere longobardo

Inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco nel 2011, alcuni di questi siti sono localizzati in Lombardia, come il monastero di Santa Giulia a Brescia,  ma anche in altre regioni, come quelli a Spoleto e Benevento. Sette località custodiscono beni architettonici, pittorici e scultorei dell’arte longobarda del VI, VII e VIII secolo d.C.

I nove Monti Sacri di Lombardia e Piemonte

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Il Sacro Monte Ossuccio, uno dei nove, diventati Patrimonio Unesco nel 2003

Ma non dimentichiamoci i beni naturalistici. I paesaggi mozzafiato dei nove Sacri Monti prealpini, Varallo, Crea, Orta, Varese, Oropa, Ossuccio, Ghiffa, Domodossola e Valperga, sono stati inseriti tra i Patrimoni Unesco nel 2003. Situati tra Lombardia e Piemonte custodiscono anche nove distinti complessi di cappelle e architetture sacre, risalenti al XVI e al XVII secolo.  Alla loro realizzazione parteciparono i migliori artisti della tradizione lombarda tardo-rinascimentale e barocca. La loro funzione doveva essere quella di luoghi alternativi di pellegrinaggio per i cristiani, più sicuri rispetto alla Terra Santa, dove si stava espandendo la cultura islamica.

Il Monte San Giorgio

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Monte San Giorgio, Patrimonio Unesco della Lombardia dal 2010

Il sito di Monte San Giorgio è formato da un piccolo gruppo montuoso situato tra il Canton Ticino e la provincia di Varese. La ragione principale della sua nomina a Patrimonio Unesco nel 2010 è la sua storia geo-paleontologica. Sono stati infatti rinvenuti sul posto migliaia di fossili che hanno permesso di studiare in dettaglio l’evoluzione di molti gruppi di organismi marini.

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