Tango travolgente in chiave jazz: l’emancipazione della donna in “Historia”

Una storia di passione coinvolgente e di emancipazione della donna, in una dinamica di rivalsa sul maschilismo incombente e opprimente della Buenos Aires degli anni Trenta. Poesia accompagnata dal tango travolgente e dagli arrangiamenti jazz a valorizzare un tema rilevante ed estremamente attuale ai giorni d’oggi. È tutto questo e tanto altro il tour 2023 “Historia, Tango Nuevo ai confini del jazz”, un format teatrale composto da narrazione, musica dal vivo con l’orchestra e ballo a due, arrivato all’EcoTeatro di Milano lo scorso fine settimana.

Sei brillanti musicisti uniti dalla passione per un sound raffinato suonano sul palco facendo risaltare al meglio la potente voce di Stefania Caracciolo, che è anche voce narrante del racconto. A esprimere emozioni e tradurre in danza la rappresentazione teatrale gli storici ballerini della trasmissione di Rai 1 “Ballando con le Stelle”, Veera Kinnunen e Samuel Peron, che si esibiscono in balli a due sensuali ed eleganti. Lo spettacolo è ideato da Daniele Bocchini, musicista della Paolo Belli Big Band e Fabrizio Brocchieri, prodotto da TGC Eventi. “Chi viene a vedere lo spettacolo, pensa che sia musica e ballo, un’esibizione musicale, ma non è solo questo: dietro c’è un racconto, un significato molto più profondo”, spiega Bocchini.

Stefania Caracciolo. Fonte: Historia-Tango Nuevo ai confini del jazz

La sceneggiatura è essenziale, con solo un tavolino, due sedie in legno e un attaccapanni, un specchio dove la protagonista della storia si guarda e prende consapevolezza del suo corpo. Lo spettacolo è liberamente ispirato alla figura di Azucena Maizani, una delle prime donne drag performer a cantare tango, che si travestiva da uomo per abbattere forti barriere culturali. In quegli anni infatti, le donne non potevano fare le musiciste o le cantanti, non potevano ballare il tango. La donna è vittima di pregiudizi e stereotipi perpetrati nella società e che in forma minore, sono ancora presenti nelle società odierne.

Esteban, nome della protagonista, lascia la sua città d’origine, Palermo, e per raggiungere l’uomo che l’ha abbandonata, si ritrova in un contesto come quello di Buenos Aires dove c’è la stessa identica atmosfera fortemente maschilista e pregiudizievole nei confronti della libertà e della dignità della donna. Proprio lì dove ha origine il tango. Indossa abiti da uomo per poter seguire la sua passione per l’arte, ma anche e soprattutto per emanciparsi: dalla ricerca di un uomo, si passa alla ricerca di sé stessi, della propria identità. In un gioco di luci e ombre, uomo/donna, sensualità e dolcezza prende vita il personaggio di Esteban in tutte le sue sfumature e i suoi colori. “Lei ha dovuto allenarsi ad avere una postura da uomo, coprendo le sue forme, a cantare con una voce da uomo, a nascondere i suoi capelli. L’unico tratto che richiama la sua femminilità è il rossetto”, racconta Stefania Caracciolo. Piano piano si spoglierà non solo delle sue vesti, ma anche e soprattutto dai pregiudizi suoi e degli altri, in un percorso verso una nuova libertà e rappresentazione di sé stessa.

Veera Kinnunen e Samuel Peron in una scena dello spettacolo. Fonte: Historia-Tango Nuevo ai confini del jazz

L’idea artistica del maestro Bocchini prende ispirazione dall’opera dei due più importanti interpreti di tango del Novecento: Carlos Gardel, il leggendario cantante di tango che ha tradotto in musica e ballo i sentimenti e la passione raccontata nei Caffè della Buenos Aires degli anni Trenta, e Astor Piazzolla, uno dei più grandi compositori del XX secolo, riformatore del tango e strumentista d’avanguardia al quale si deve la nascita del Tango Nuevo. I musicisti sono: al pianoforte Enzo Proietti, al contrabbasso Graziano Brufani, alle percussioni Leonardo Ramadori, al sax flauto e arrangiamenti Marco Postacchini e al trombone Daniele Bocchini.

Sulle note del tango in chiave jazz, il programma musicale di Historia passa per il son cubano di Miguel Metamoroso, Osvaldo Farrès, Isolina Carrillo fino al pop internazionale di Sting, Amy Winehouse, Cher e Pino Daniele, attraverso l’eleganza del Tango, del Bolero latino e del Tango Flamenco. Gli arrangiamenti in chiave jazzistica vogliono richiamare la provocazione stilistica introdotta negli anni ‘60 da Astor Piazzolla, con elementi musicali innovativi, capaci di esaltare e ampliare la potenza espressiva del tango moderno, cui il sestetto di musicisti e la coppia di ballerini, intercalandosi alla voce narrante, aggiungeranno pathos ed erotica emozione.

“Ho voluto unire una componente del racconto, una componente musicale e l’improvvisazione”, spiega Bocchini. “Tutto è iniziato nel periodo del lockdown quando ho letto un libro e ho fatto varie ricerche sulle origini del tango, e mi sono appassionato. La storia mi porta in Argentina nei conventillos, luoghi popolari dove nasceva il tango come forma di improvvisazione. Gli uomini si incontravano in luoghi squallidi, dove le donne si davano alla prostituzione e nell’attesta utilizzavano gli strumenti che si erano portati dietro: così nasce il ritmo del tango, tramite il quale raccontavano le loro giornate di sangue e passioni. Esteban si ritrova sola in un luogo malfamato, poiché il marito è stato ucciso qualche giorno prima. L’unica arma di salvezza e di sopravvivenza l’ha trovata nel talento musicale”.

Cantare mi ha salvato. Il tango mi ha salvato. Due corpi che danzano in armonia

Historia-Tango Nuevo ai confini del jazz.

“Il tango è un’espressione verticale di un desiderio orizzontale, c’è la voglia di esprimere emozioni che scaturiscono da un contatto, una carezza, uno sguardo tra due persone”, racconta Samuel Peron. “Nello spettacolo Veera e Stefania sono l’una l’alter ego dell’altro: mentre Veera rappresenta Stefania nella parte ballata, Stefania rappresenta Veera nella parte cantata e recitata. La danza è un’espressione corporea, va ad aprire chiavi di svolta emozionali”. Le coreografie sono state ideate da Veera e Samuel nell’estate 2021. “Ci sono tanti racconti musicali all’interno dello spettacolo, la musica ti trasporta in vari luoghi: -spiega Veera Kinnunen- nel primo brano viene raccontata una storia d’amore, nel tango ‘Back to Black’ si parla di un amore tossico”. Il pubblico ha reagito positivamente allo spettacolo, con applausi e partecipazione: “sempre molto informato e attento”.

“Avevo paura che il pubblico pensasse solo a un contesto di ballo e musica come in un programma televisivo, invece ha risposto in modo positivo”, continua Samuel. “Il nostro intento è comunicare temi attuali, forti, in modo sempre elegante, di raccontarli in una chiave particolare per stuzzicare, punzecchiare senza mai cadere nella volgarità”. “Abbiamo cercato di trattare temi profondi con semplicità, genuinità e naturalezza. È importante parlarne in questo modo, come è fondamentale fare un’educazione già nelle scuole da piccoli: educare all’educazione, all’intelligenza, all’accoglimento dell’altro e di una sua eventuale diversità, facendolo con molta attenzione alla sensibilità dei più piccoli”, racconta Stefania.

Fonte: Historia-Tango Nuevo ai confini del jazz

“Non siamo abbastanza educati per vedere il maschilismo intorno a noi, che c’è in ogni stanza, in ogni paese -continua Veera-. Spero che un giorno non sia più così e sto cercando di creare un mondo migliore per mio figlio. È nell’educazione dei figli che cambia il mondo. Le femmine vanno educate sul fatto ma soprattutto i maschi vanno cambiati. È un compito arduo per noi mamme creare una generazione migliore di uomini”. “Oggi non si tratta più solo dell’emancipazione della donna, è una situazione di disagio che si vede in tantissime realtà. Lo spettacolo infatti tocca temi a 360 gradi”, dichiara Samuel.

Fonte: Historia-Tango Nuevo ai confini del jazz

Lo spettacolo continuerà ad andare in giro per l’Italia: prossimo appuntamento domenica 23 aprile all’Auditorium Unità d’Italia di Isernia e in autunno è previsto anche un ritorno a Milano. “Vogliamo che le persone si appassionino a questa tipologia di spettacolo e aspetto culturale”, conclude Samuel.

Giulia Zamponi

Toscana, classe 1990, sono approdata a Milano per inseguire il mio sogno: il giornalismo. All’Università di Pisa mi sono laureata in Informatica Umanistica, dove ho imparato a trattare i contenuti culturali in forma digitale e a comunicarli attraverso le varie piattaforme web. Sono una giornalista pubblicista e ho collaborato con “Il Tirreno”: la prima volta che sono entrata in una redazione mi sono resa conto che non sarei mai più voluta uscire. Adesso giornalista praticante per MasterX. Mi interesso principalmente di esteri e di criminologia: mi piace analizzare ogni particolare di una situazione e indagare sugli aspetti più nascosti della realtà. Sono un’anima solare, sensibile e determinata. Amo l’intensità dei tramonti, gli intricati thriller di Joel Dicker ed il rumore delle onde del mare.

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