Tutto quello che ci serve è sempre, o quasi, a portata di mano. Viviamo in un mondo dove non si perde tempo. Non ci chiamiamo ma scriviamo messaggi in chat. Non ci sono più intermediari che rispondono al telefono di casa dicendoci: «Vieni, è per te!», è finito il tempo delle chiamate non passate e se è per questo anche dei messaggi nelle segreterie telefoniche.
Non stupisce quindi che in un mondo che corre in questo modo sia venuto meno il tempo anche per quella che Hegel chiamava la preghiera laica del mattino: la lettura del giornale.
D’altronde viviamo in un mondo in cui anche l’informazione su quello che accade quotidianamente è veloce. Per usare una metafora di Gianni Paolucci, Presidente dell’Associazione degli Stampatori dei giornali:
«La carta stampata rappresenta l’haute couture, mentre i servizi digitali sono il prêt-à-porter».
Così la ritualità di caffè e giornale ogni mattina è diventato un vizio domenicale proprio di una categoria di persone: i nostalgici, colti e affezionati a quello che solo la carta stampata può dare. Ma a questo punto la domanda è: che cos’è quel qualcosa in più che il cartaceo può dare? E perché nonostante tutta la modernità da cui siamo circondati non ha ancora smesso di esistere?
Che sia polemica, critica o approfondimento il giornale di carta è prova concreta di cambiamento, guerra o pace…È qualcosa che tutti noi possiamo conservare o buttare ma che ci da comunque la possibilità di toccare con mano il fatto e ci ricorda il nostro stare al mondo.
LE PRIME PAGINE CHE PER RACCONTARE
LA STORIA SI SONO FATTE STORIA
IL BIG CRASH
Era il 24 Ottobre del 1929 e venne chiamato Giovedì Nero. La prima pagina del London Herald racconta quello che accadde il primo giorno del rovinoso crollo della Borsa di Wall Street.
LA GRANDE GUERRA
Tutti conosciamo la portata catastrofica della Seconda Guerra Mondiale e ancora oggi le prime pagine dei quotidiani del tempo riescono a mettere i brividi, riportandoci alla mente come in un flash tutto quello che hanno dovuto sopportare i nostri nonni e bisnonni.
Come in occasione della promulgazione delle Leggi per la difesa della razza nel 1938 o la dichiarazione dell’entrata in guerra da parte del Duce nel 1940.
L’ATTACCO ALLA BASE MILITARE DI PEARL HARBOR
Era il 7 Dicembre del 1941 e alle prime luci dell’alba la Marina Imperiale Giapponese attaccò la Base Militare Americana di Pearl Harbor nelle Hawaii. L’operazione avvenne in assenza della dichiarazione di guerra da parte del Giappone e questo provocò l’entrata in guerra degli Stati Uniti. Day of Infamy fu il modo in cui questo giorno venne ricordato dal Presidente Franklin Delano Roosvelt.
LA BOMBA ATOMICA
L’epilogo del conflitto mondiale venne segnato dai due attacchi nucleari sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki avvenuti rispettivamente il 6 e il 9 Agosto 1945. «La bomba che ha cambiato il mondo» le parole del Daily Express.
LA FINE DELLA GUERRA NELLA PRIMA PAGINA DELLA STAMPA
I GRANDI DITTATORI E LA LORO MORTE
L’esecuzione di Benito Mussolini e Claretta Petacci, la sua amante, avvenne il 28 Aprile 1945 in provincia di Como. I due corpi, dopo essere stati fucilati, vennero portati a Milano ed esposti a testa in giù in Piazzale Loreto.
Qualche giorno dopo Mussolini anche Adolf Hitler morì. Intorno alle 15.30 del 30 Aprile 1945 il dittatore tedesco si suicidò nel suo bunker con la compagna Eva Braun. Secondo le prove pare che Eva avesse preso il cianuro mentre Adolf venne ritrovato senza vita nel suo sangue con un foro alla tempia dovuto a un colpo di pistola.
LA NASCITA DELLA REPUBBLICA ITALIANA
Il 6 Giugno 1946 la prima pagina del Corriere della Sera dichiara la nascita della Repubblica Italiana in seguito al referendum del 2 giugno indetto per decidere la forma di governo dopo la Seconda Guerra Mondiale.
In questo caso oltre alla storica prima pagina divenne iconica anche la foto raffigurante il volto sorridente di una bellissima giovane entrata letteralmente nel giornale.
Simbolo di pace, gioia e, ovviamente, speranza.
GIOVANNI FALCONE E PAOLO BORSELLINO: DUE EROI
Noi non abbiamo avuto i supereroi della Marvel come Batman, Spiderman o Ironman. In Italia abbiamo avuto i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, colleghi e soprattutto amici. Questi due eroi si buttarono a capofitto nella lotta alla Mafia di Palermo, la loro città e fecero costruire un tribunale che potesse ospitare tutti i 475 mafiosi incriminati e i rispettivi 200 avvocati. Il procedimento penale venne chiamato Maxiprocesso per le bibliche proporzioni e durò dal 10 Febbraio 1986 al 30 Gennaio 1992.
Prima Falcone e poi Borsellino, la loro sorte purtroppo era inevitabilmente segnata: vennero uccisi a pochi mesi di distanza e il Corriere della Sera realizzò delle prime pagine molto toccanti e somiglianti. Uniti fino alla morte.
NOI NON DIMENTICHIAMO
La bellissima e storica prima pagina del Secolo XIX, quotidiano genovese che, nella sua uscita di sabato 17 Marzo 2012, decise di omaggiare i due eroi con una loro foto e sopra riportati tutti i nomi delle 824 vittime fatte dalla Mafia a partire dal 1893.
VOGUE NON È SOLO UN GIORNALE DI MODA
Audrey Withers, direttrice di Vogue British dal 1940 sosteneva che il dovere di un magazine come Vogue non fosse soltanto quello di raccontare e mettere in mostra la moda e la donna. Il mensile di moda più famoso aveva (e ha tuttora) il dovere morale di raccontare quello che accade nel mondo:
«Vogue deve essere apertamente progressivo e impegnato».
E così nell’archivio Vogue tra le tante copertine meravigliose realizzate nel corso dei decenni si differenzia tra le altre quella del numero dell’Ottobre del 1945. Peace and Recostruction. La guerra era finita e cosa poteva essere più significativo di un cielo azzurro per rappresentare la Pace?
Anche e soprattutto Franca Sozzani, direttrice di Vogue Italia dal 1988 fino alla sua prematura scomparsa nel 2016, rivoluzionò la storia dell’edizione italiana del magazine.
Lei, regina dell’innovazione, nel Luglio 2008 pubblicò il primo numero interamente realizzato con modelle di colore chiamato All Black Issue con in copertina la splendida Naomi Campbell che, per la verità, fu la prima modella di colore a comparire sulla copertina di Vogue nell’edizione francese nell’Agosto del 1988.
Nello stesso anno del Black Issue di Franca Sozzani ecco che Anna Wintour pubblicò per la prima volta in 116 anni della storia del giornale una copertina con un uomo, che poi altro non è che il campione di NBA Lebron James. L’entusiasmo per questa copertina fu tanto ma le critiche non vennero a mancare: il numero in questione venne infatti accusato di razzismo in quanto il campione sarebbe stato immortalato, secondo la critica, come un King Kong intento a palleggiare con un braccio e a “rapire” la bella e sorridente Giselle Bündchen con l’altro.
GLAMOUR
È importante sottolineare che comunque non spetta a Vogue l’onore di aver pubblicato per la prima volta sulla sua copertina una donna di colore. Questo merito va a Glamour che nell’Agosto del 1968 sfoggiò sulla sua cover la 18enne Katiti Kironde, studentessa di Harvard e figlia di un diplomatico Ugandese. La giovane era stata nominata vincitrice del contest Glamour’s top 10 best dressed college girls e questa prima pagina divenne a tutti gli effetti il simbolo dell’integrazione razziale e, ovviamente, il numero più venduto nella storia di Glamour.
GLI SCATTI DELLA LEIBOVITZ TRA DOCUMENTI STORICI E ROTTURA DI TABOO
Nel 1980 la fotografa americana Annie Leibovitz ottenne da Rolling Stone, rivista per cui lavorò diversi decenni, l’incarico di realizzare un servizio su John Lennon e Yoko Ono. Inizialmente l’idea era quella di fotografare soltanto il papà di Imagine ma Lennon insistette affinchè anche la sua compagna venisse immortalata con lui. La Leibovitz decise allora che li avrebbe rappresentati insieme e nudi. Yoko Ono però si sentiva a disagio e così soltanto Lennon si fece fotografare senza veli.
Questa fotografia, con l’artista accovacciato vicino alla sua amata come se fosse un bambino, è l’ultima fotografia che gli è stata scattata in quanto sarebbe stato ucciso qualche ora dopo.
Le donne incinte sono belle e sexy ma non devono vergognarsi di mettere in mostra il loro bellissimo corpo. Questo era ed è il senso di una delle copertine di Vanity Fair più famose e più discusse di sempre: quella che scattò Leibovitz nel 1991 che ritrae Demi Moore in dolce attesa.
LADY D
Parigi 31 Agosto anno 1997, in un tragico incidente stradale velato ancora di mistero perse la vita Lady Diana, moglie del Principe Carlo e madre di William e Harry. Per omaggiare la bellezza interiore e fisica della principessa, la rivista americana People decise, il 15 settembre, di dedicarle un numero speciale.
NATIONAL GEOGRAPHIC
Si chiama Sharbat Gula, ha 12 anni e Steve McCurry le scattò questa foto, diventata famosa in tutto il mondo, in uno dei campi profughi di Peshawar. Il suo sguardo glaciale è diventato il simbolo dei conflitti in Afghanistan e, per volere del direttore Bill Garrett, venne pubblicata come copertina del National Geographic per la sua incredibile forza evocativa, nel Giugno 1985.
TWIN TOWERS
L’11 settembre 2001 è un giorno che non potrà mai essere dimenticato e che ogni anno ricorre come una ferita lancinante nel petto di tutto il mondo. Fu il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, simbolo della potenza americana, da parte del gruppo terrorista di Al-Qaeda. Titoli e foto che in quei giorni vennero pubblicati sui giornali di tutto il mondo infondono ancora oggi profondo dolore e tristezza.
NEW YORKER
Periodico statunitense nato nel 1925, il New Yorker si è sempre distinto per le copertine tanto ricercate e significative. Molti e prestigiosi sono stati gli illustratori che hanno prestato la loro matita al magazine ma quella che indubbiamente è rimasta maggiormente nella storia è la cover dell’edizione del 24 settembre 2001. Drammatica e semplice. Luci spente sul simbolo della potenza occidentale e paura che aleggia nel buio da cui si delineano le due torri, creata da Art Spiegelman e Françoise Mopuly.
LA MORTE DEL COLPEVOLE
Osama Bin Laden è stato un terrorista saudita, fondamentalista islamico e fondatore, oltrechè leader, di Al-Qaeda, la più nota organizzazione terroristica internazionale.
Alle ore 1.09 del 2 Maggio 2011 un plotone di assaltatori appartenenti all’unità anti-terrorismo (i corpi speciali della Marina degli Stati Uniti) con l’appoggio della CIA condussero un’operazione militare riuscendo a catturare il pluri-incriminato uccidendolo nell’assalto. Nella stessa notte il Presidente Obama, che aveva seguito l’intera operazione attraverso le telecamere poste sugli elmetti degli assaltatori e sui droni, diede la notizia della sua morte.
TIME
Altra rivista molto nota per la ricercatezza delle sue copertine è il TIME, provocatorio e ricercato. Ha colpito molto infatti l’ultima cover realizzata dove al posto di mettere “la persona dell’anno” (come da usanza) è stato indicato invece il 2020 come l’anno peggiore di sempre.
MADIBA
Politico, attivista, Presidente Sudafricano e vincitore del premio Nobel per la pace, Nelson Mandela, detto Madiba dal nome della tribù di appartenenza, fu l’uomo che provò tutta la vita a combattere l’apartheid finendo più volte in carcere e l’ultima per 27 anni… Mandela fu il primo presidente sudafricano a non essere bianco.
Anche solo con queste poche righe appare evidente il perchè della prima pagina del The Sun per omaggiare la sua scomparsa nel Dicembre del 2013.
A PROPOSITO DI PRESIDENTI
E TRAGEDIE AI PRESIDENTI
L’assassinio del Presidente John Fitzgerald Kennedy fu una tragedia per il popolo americano. Ucciso a Dallas in Texas il 22 Novembre 1966 su un auto accanto a Jackie Kennedy, l’elegantissima first lady.
GLI SCANDALI: LA RELAZIONE DI JFK CON MARILYN MONROE
Il Presidente JFK ebbe numerose relazioni extraconiugali e una delle ultime più note fu quella con l’attrice e donna più sexy del mondo Marilyn Monroe, nata Norma Jeane.
Una storia finita male e che vide coinvolto anche il fratello del Presidente Robert che ebbe a sua volta una storia con la bella bionda.
Dopo essere stata trovata morta il 5 Agosto 1962 nella sua casa di Hollywood, entrambi i Kennedy vennero sospettati per la morte dovuta invece ad un’overdose di barbiturici.
LIFE
La prima rivista che però pubblicò una copertina con la bella bionda di Gentlemen Prefer Blondes e Some Like It Hot fu LIFE nel 1952.
Ma LIFE realizzò anche molte altre copertine che sono rimaste inevitabilmente indelebili nella storia dei periodici.
Una delle più celebri fu quella sui Beatles nell’Agosto del 1964. La foto venne scattata qualche mese prima della pubblicazione e venne successivamente messa da parte perchè questo giovane gruppo inglese emergente non sembrava abbastanza adatto alla copertina. Ebbene dopo qualche mese gli editori dovettero mangiarsi le mani e pubblicare la foto già scattata.
Nell’Aprile 1965 invece la copertina fu più sconvolgente. Il fotoreporter svedese Lennart Nilsson scattò la prima fotografia a un feto di 18 settimane nel suo sacco amniotico. Nilsson si era lanciato in questo arduo progetto di realizzare scatti a colori delle varie fasi della riproduzione umana, dalla fecondazione alla nascita.
Non tutti sanno che, però, buon parte dei soggetti delle sue fotografie furono feti non più in vita.
Ma il numero più celebre e venduto anche, talvolta, a prezzi folli fu l’edizione speciale del 1969 dedicato alla prima passeggiata lunare avvenuta tra il 20 e il 21 Luglio 1969. Per tanti anni la copertina di questo numero venne vista come la fotografia più iconica e di riferimento dello sbarco sulla Luna della missione Apollo 11: scattata da Neil Armstrong, la foto ritrae il collega Buzz Aldrin e nel casco riflesso lo stesso Armstrong.
LA GRANDE IMPRESA DI WALT DISNEY E LA SUA SCOMPARSA
LIFE è stato testimone di momenti straordinari. Nell’Ottobre del 1971 pubblicò sulla prima pagina il sogno che da più di 20 accarezzava la mente di quel genio di Walt Disney: l’apertura del Parco Divertimenti Disney. Un luogo dove grandi e piccini potessero entrare nel tanto amato mondo della fantasia.
La foto venne scattata da Yale Joel “il fotografo dell’impossibile”, definito così per la sua capacità di giocare con la prospettiva.
Purtroppo l’uomo sognatore amico dei bambini non riuscì però ad essere presente alla grande inaugurazione di Disney World a Orlando in Florida. Walter Elias Disney morì nel Dicembre del 1966 poco prima di Natale e questo fu un grande colpo per il mondo intero.
Per omaggiare la sua scomparsa venne pubblicato sulle copertine di molti giornali un Topolino orfano in lacrime, una delle illustrazioni più tenere e struggenti che potesse essere realizzata.
DOPO 455 ANNI UN PAPA NON ITALIANO
Il 16 Ottobre 1978 venne eletto il 264esimo Papa, Giovanni Paolo II, al secolo Karol Józef Wojtyła, il primo Papa polacco della storia. Il suo fu il terzo pontificato più lungo, durato 26 anni, 5 mesi e 17 giorni.
BENEDETTO XVI HA ABDICATO: QUESTA È LA QUARTA VOLTA NELLA STORIA
L’11 Febbraio 2013 il successore di Papa Wojtyla, Papa Benedetto XVI, nato Joseph Ratzinger ha annunciato la sua rinuncia al ministero petrino. La notizia venne comunicata dal Papa stesso in latino seguendo le regole previste dal Canone del Codice di Diritto Canonico che recita «La rinuncia deve essere fatta liberamente e deve essere debitamente manifestata». Il motivo dichiarato fu l’età molto avanzata e la debole salute del Papa.
LE PRIME PAGINE TESTIMONI DI STORIA MA ANCHE DI NON-STORIA
Il 9 Novembre 1989 venne abbattuto il simbolo della “Cortina di Ferro” simbolo di confine tra le maxi potenze della Guerra Fredda: il Muro di Berlino.
Ma lasciò tutti di stucco il quotidiano tedesco che invece decise di omettere dalla sua prima pagina un fatto tanto importante per la storia del Paese.
LA GAZZETTA DELLO SPORT – LE GRANDI VITTORIE
E LE GRANDI PERDITE
LA TRAGEDIA E L’ARTE
In pochissimi sanno che esiste un collegamento tra la prima pagina de Il Mattino in occasione del terremoto di Irpinia del 1980 e l’artista pop Andy Warhol.
Quando nel 1981 Lucio Amelio, mercante e curatore d’arte, si recò nella Factory dell’artista con le prime pagine dei giornali che evocavano l’accaduto Warhol fu talmente colpito dal titolo FATE PRESTO da volerlo far diventare arte.
Da qui ebbe l’idea di realizzare un enorme trittico che reinterpretava quando accaduto che fu esposto in occasione della mostra organizzata dallo stesso Amelio. Il titolo: TerraeMotus.
ARRIVIAMO ALL’OGGI: IL CORONAVIRUS
È stata un’escalation… Prima in Cina, inevitabilmente è arrivato fino a noi, diffondendosi successivamente in tutto il mondo. Il Covid-19 ci ha messo K.O. e in attesa di poter vedere titoli positivi sulla fine della pandemia e la diffusione del vaccino riportiamo alcuni titoli e immagini molto significativi del periodo che abbiamo vissuto.
LA FORZA CHE SOLO LA CARTA STAMPA PUÒ TRASMETTERE È PROVATA DA QUESTA PRIMA PAGINA DEL NEW YORK TIMES DEL 24 MAGGIO 2020: ELENCATI UNO PER UNO I NOMI DEI DECEDUTI IL GIORNO PRECEDENTE PER COVID-19
«Non erano solo nomi su una lista. Eravamo noi», recita il sommario della pagina. E nel cappello introduttivo si legge: «Mille persone rappresentano appena l’uno per cento del bilancio totale dei morti. Nessuno di loro era solo un numero».
«Volevo qualcosa che la gente potesse guardare tra 100 anni per capire la portata di ciò che stiamo vivendo», Marc Lacey – National Editor