Europhonica è la radio web con la quale collaborava Antonio Megalizzi, il 29enne rimasto ucciso nell’attentato di Strasburgo avvenuto martedì scorso. Si tratta del primo format radiofonico internazionale realizzato da studenti che parla di Europa, con l’intento di comunicare in maniera semplice e immediata ai propri coetanei.
Nel programma divulgativo sono coinvolti sei Paesi appartenenti all’Unione Europea: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania e Grecia, con oltre 90 radio universitarie. Europhonica è quindi una rete Fm e online dalle dimensioni sovranazionali, coordinata da Campus Radio France (FR), leader del progetto.
Ogni nazione è infatti rappresentata dalla propria associazione di radio universitarie, il nostro Paese ad esempio può contare su RadUni, l’associazione delle radio universitarie italiane.
Questa rete internazionale, avendo l’obiettivo di rendere l’informazione sull’Unione europea più accessibile ai giovani, si occupa di seguire le sessioni plenarie del Parlamento Europeo di Strasburgo. Ogni nazione partecipante sceglie in autonomia i membri delle proprie redazioni: Antonio è stato tra i primi ad essere selezionato per entrare a far parte di quella italiana.
Megalizzi quindi si trovava in Francia proprio perché, in qualità di coordinatore, stava seguendo la sessione plenaria di questo mese. Era entrato a far parte del progetto da quando, nel 2015, erano iniziate le prime trasmissioni.
Rossella Biagi di Radiophonica, radio universitaria perugina tra le principali protagoniste di Europhonica, ha spigato come è nata l’idea di creare questa rete internazionale: «Durante l’University Media festival del 2014, che si è svolto a Perugia, alcuni ragazzi francesi hanno proposto a noi e agli spagnoli di partecipare al progetto europeo. Nella stagione attuale, che è ormai la quarta, il progetto si è trasformato in un format di 15 minuti composto da mini servizi che escono ogni giorno della durata di due-tre minuti. I membri del team iniziale sono cambiati, molti non ci sono più, qualcuno si è laureato e ha preso altre strade. Attualmente sono una ventina i giovani che fanno parte della redazione di Europhonica Italia».
Europhonica in questi anni si è quindi occupata di attualità politica, sociale ed economica, dialogando con i protagonisti dell’azione pubblica nazionale ed europea direttamente dal “Vox Box” del Parlamento europeo: vuole essere il riflesso di quella che è stata definita la “generazione Erasmus”, di quel gruppo di ragazzi che crede che l’idea di un’Europa unita sia ancora attuale.
Benedetta Intelisano, redattrice nella prima stagione del format, racconta che «Europhonica è un gruppo di amici e di colleghi che si supportano e si stimano. Un agglomerato di idee e di entusiasmo che accoglie menti brillanti provenienti da tutta Italia. È un gruppo di ragazzi che ha uno stesso e unico scopo nella vita: raccontare il mondo per come lo vedono i loro occhi. Raccontarlo in maniera pura, né oggettiva né mai soggettiva, con il desiderio di avvicinare i coetanei apparentemente assenti e disinteressati a un’altra forma di giornalismo: quello delle radio universitarie, del veloce ma chiaro, del breve ma mai carente».
«Europhonica è l’impegno costante, settimana dopo settimana, nel cercare di fare la differenza in questo oceano di media in cui siamo costretti a navigare — continua Benedetta — È una redazione fatta di opinioni politiche differenti, ma basata sul confronto pulito e di voglia di imparare l’uno dall’altro. Europhonica è lo specchio di quello che potrebbe essere il mondo di oggi: una pluralità di singole eccellenze unite, davvero, nella diversità».