Ogni anno, la scena è sempre la stessa. Studenti e studentesse con zaini pieni e pesanti vocabolari si ritrovano fuori scuola pronti a cominciare l’esame di maturità. Da generazioni, si prova in tutti i modi a pronosticare le tracce della prima prova. Chissà quanti, come noi, hanno sperato che l’esame non arrivasse mai. Infatti, in questi anni, la maturità ha rischiato più volte di saltare: tra presunti furti e coraggiosi tentativi di scoprire in anticipo i testi.
La suora di Vigevano
Il caso più clamoroso è quello capitato nel 1976 in un istituto magistrale di Vigevano. La preside era Suor Delia Calvia, il giorno prima dell’esame di maturità riceve una telefonata da uno sconosciuto, che si spaccia per il provveditore. Si fa convincere a leggere le tracce della prima prova e quando si rende conto di aver commesso un errore fa scattare l’allarme. Avvisa il provveditorato, la notizia arriva anche al Presidente del Consiglio Aldo Moro. Si decide di rinviare l’esame di quattro giorni per dare il giusto tempo al Ministero di cambiare le tracce.
Quella busta persa
Prima di Vigevano, l’unico precedente risaliva al lontano 1948, quando il professore Mario Attilio Levi perse su un autobus di Roma la busta contenente i temi. Anche in quel caso la maturità fu rinviata.
Un telegramma anonimo
Anche nel 1980 qualcuno ha provato a far saltare l’esame, ma non ci è riuscito. Al giornale Paese Sera arrivò un telegramma il giorno precedente alla prima prova. La denuncia scattò soltanto dopo gli esami e le indagini finirono nel nulla.
La prova di latino scomparsa a San Severo
È il 3 luglio del 1984, i maturandi di tutta Italia stanno per affrontare la prova di italiano. Non proprio tutti, in realtà. Nel liceo classico M. Tondi di San Severo (FG) inizia a circolare la voce che le buste contenenti le tracce di latino (e il tema di italiano) sono state rubate. L’84 è l’anno che consacra definitivamente “Notte prima degli esami” di Antonello Venditti come inno indiscusso della maturità e, quasi come una singolare profezia, quel giorno diventa davvero una “notte di polizia”. Sono le 8 del mattino, chi di dovere apre la cassaforte ma subito nota che alcune buste sono aperte. Tra svenimenti di professori e panico generale, parte la procedura d’emergenza: arrivano i carabinieri, viene avvisato il Ministero dell’Istruzione e subito iniziano le indagini. «Noi ragazzi ridevamo e cercavamo di individuare “i ladri” – racconta Gaetano, uno studente dell’epoca – Non ci rendevamo conto di quanto fosse grave la situazione». L’esame non fu rinviato. Dopo ore di agitazione, intorno alle 15, ai membri della commissione arrivano le tracce alternative. «Il brano di latino che ci capitò era degli Annales, i latinisti lo definirono uno dei passi più oscuri di Tacito. Ho ancora gli incubi» ricorda Gaetano.