Chi ha detto che i figli d’arte sono sempre raccomandati? Spesso è così ma, nel mondo dell’arte vera e propria, oltre al fatto di essere “figlio di” non possono mancare dedizione, amore per questo mestiere e soprattutto grandi capacità. Caratteristiche che forse Beatrice, 21enne di Monza, ha ereditato dal padre, imprenditore edile e artista, Roberto Spadea.
Mentre papà Roberto negli anni si è appassionato all’astrattismo e realizza opere e quadri soltanto per diletto, la figlia ha deciso di puntare tutto sulla pittura e sulla scultura e di farne il suo lavoro principale, almeno per ora. Dopo il liceo artistico, si è infatti scritta all’Accademia di Brera, a Milano, dove ora frequenta il secondo anno. Qui, Beatrice ha maturato un interesse spiccato per l’arte figurativa.
Il giudizio che teme di più però non è quello dei professori, ma quello di suo padre che, in questa scelta, l’ha sempre sostenuta. A casa i due si scambiano rispettivamente consigli, mentre, durante le mostre che organizzano insieme da qualche anno a questa parte, esprimono il loro essere complementari: se da un lato si possono ammirare le tele coloratissime di Roberto, dall’altro si rimane letteralmente a bocca aperta guardando i ritratti di Beatrice.
Un orgoglio per il papà ma anche una sfida per entrambi. Perché si sa, di sola arte è difficile sopravvivere oggi.
Servizio di Giulia Ronchi