Il cinema come monito di speranza secondo Papa Leone XIV nella giornata dell’incontro con più di 160 registi, attori e maestranze del “grande schermo”. Un ringraziamento da parte del Pontefice per il lavoro di «messa in movimento della speranza» che promuove la dignità umana «senza sfruttare il dolore», anzi accompagnandolo. L’invito agli operatori in udienza è quello di raccontare anche la violenza, la solitudine e quelle guerre dimenticate ma altrettanto ricche di crudeltà, ricordando e invitando a essere «luogo» d’incontro e casa per chi cerca senso nella vita. Numerosi volti del cinema internazionale presenti da attori come Cate Blanchett, Monica Bellucci, Viggo Mortensen, Sergio Castellitto a registi come Spike Lee e Gus Van Sant, oltre a personalità italiane come Giuseppe Tornatore, Marco Bellocchio, Liliana Cavani e Matteo Garrone, solo per citarne alcuni.
L’INCONTRO AL PALAZZO APOSTOLICO IL 15 NOVEMBRE
La settima arte, nel suo 130° anniversario, diventa per il Pontefice un linguaggio di pace che continua a stupire senza la «paura del confronto con le ferite del mondo», nonché mezzo attraverso il quale l’uomo può tornare a guardare sé stesso e il proprio destino. «Il cinema è un’arte giovane, sognatrice e un po’ irrequieta, anche se ormai centenaria», ricorda il Pontefice. Proprio in questi giorni compie centotrent’anni, a far conto da quella prima proiezione pubblica realizzata dai fratelli Lumière il 28 dicembre 1895 a Parigi. Inizialmente un gioco di luci e ombre, ben presto gli effetti visivi hanno saputo manifestare realtà profonde, diventando espressione della volontà di contemplare e comprendere la vita, di raccontarne la grandezza e la fragilità, d’interpretarne la nostalgia d’infinito, continua Papa Prevost durante il suo discorso nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico vaticano.
Entrare in una sala cinematografica è come attraversare una soglia. Nel buio e nel silenzio, l’occhio torna attento, il cuore si lascia raggiungere, la mente si apre a ciò che non aveva ancora immaginato. Un’arte che chiede e richiede concentrazione, in un’epoca in cui viviamo quotidianamente con gli schermi sempre accesi e connessi e dove il flusso di informazioni è costante e spesso difficile da distinguere, mentre il cinema è «crocevia di desideri, memorie e interrogazioni»: è il cuore del discorso ai protagonisti e agli operatori del mondo del cinema.
I FILM PREFERITI DEL PONTEFICE
Quattro film che parlano di speranza e che offrono una meditazione sul senso della vita, sul dolore e sull’amore salvifico, partendo proprio da La vita è bella, un orgoglio italiano nel mondo, una parabola luminosa sulla dignità umana anche nelle circostanze più oscure, con la figura del padre che trasforma l’orrore in gioco come segno di un amore capace di proteggere e resistere. Tutti insieme appassionatamente è un altro titolo menzionato da Prevost, più leggero degli altri, un musical di Robert Wise dove la famiglia è rappresentata come luogo di rifugio, sostegno e rinascita, attraverso la figura di Maria che ricuce i legami domestici.

La vita è meravigliosa racconta dell’onesto padre di famiglia George Bailey, che riscopre il valore della propria esistenza attraverso lo sguardo di chi gli vuole bene, parlando di provvidenza e gratitudine. Infine Gente comune, più introspettivo e drammatico, affronta il dolore, la colpa e la possibilità di guarigione, richiamando un tema molto caro al Pontefice: nessuna fragilità è definitiva e la riconciliazione — con sé stessi e con gli altri — è una strada difficile ma possibile.