Filosofo, pittore, designer, educatore, progettista, teorico industriale. Ma anche ambientalista, epistemologo, scienziato e membro fondatore del gruppo d’avanguardia argentino Arte concreta. Tomás Maldonado, morto all’età di 96 anni, si definiva: «Inclassificabile e per questo sempre guardato con sospetto». Nato a Buenos Aires il 25 aprile del 1922, in Argentina è stato protagonista dell’arte astratta, introducendo il design nell’America Latina. In Germania, alla Hochschule für Gestaltung di Ulm, ha insegnato – primo al mondo – la scienza della semiotica. È stato poi l’inventore, nell’università italiana, della cattedra di Progettazione ambientale e, insieme a Marco Zanuso e Achille Castiglioni, della laurea in Design.
Nel corso di un secolo (o quasi) ha avuto modo di essere rimproverato da Heidegger, di discutere con Walter Gropius e con Lucio Fontana, di confrontarsi a Princeton con Borges e, negli ultimi quattro decenni, di essere il compagno di Inge Feltrinelli, scomparsa soltanto due mesi fa. «Inge è una donna formidabile, molto diversa da me», ha dichiarato il designer in un’intervista alla giornalista di Repubblica, Simonetta Fiori : «Io sono un latino americano di mentalità germanica; lei una tedesca di temperamento mediterraneo. Da una parte il rigore, non immune da pedanteria; dall’altra il caos totale e travolgente, che non ha mai smesso di affascinarmi. Un rapporto molto bello e complementare».