Stilisti giovani dai Paesi emergenti. Moda sostenibile e inclusiva. Nella cornice della Settimana della Moda, da ieri in scena a Milano, l’Afro Fashion Week – che della manifestazione milanese è uno dei filoni più innovativi – porta in passerella collezioni che hanno come fil rouge la scelta di design unici, realizzati con materiali alternativi e ecologici.
La moda multiculturale
Gli stilisti scelti provengo da diverse parti del mondo, con background completamente differenti tra di loro. Da una parte brand giovani ed emergenti, che sfileranno per la prima volta in Italia, dall’altra grandi firme come Stella Jean, Tokyo James e Maxivive.
Gli eventi si svolgeranno in diverse location della città e saranno tutti dedicati ai temi della diversità e dell’inclusione. A dimostrazione del fatto che la Settimana milanese, il cui obiettivo è da sempre far emergere il talento dei nuovi creativi, focalizza la sua attenzione su settori dove il valore della multiculturalità è fondamentale.
Il Black Carpet Awards
La data più importante è venerdì 24 febbraio, giorno della prima edizione di Black Carpet Awards. L’obiettivo dell’evento è mettere in luce gli aspetti della diversità e dell’inclusione che caratterizzano la società del futuro.
Michelle F. Ngomno , fondatrice dell’associazione – l’Afro Fashion Association – ha partecipato attivamente all’iniziativa. Nel corso della serata, negli spazi del MEET Digital Culture Center (zona Porta Venezia), si premieranno le voci di coloro che, attraverso il loro talento, lavorano per ottenere una società più equa e inclusiva.
Stella Jean contro il mondo della moda
Un altro momento fondamentale dell’evento avrebbe dovuto essere la sfilata di Stella Jean, ma la designer ha deciso di non uscire in passerella. In realtà la stilista si era già ritirata nel 2019 per protestare contro la Milano Fashion Week, essendo l’unica designer di colore presente in calendario. Ma nel 2022 è ritornata presentando la sua collezione, accompagnata dagli stilisti di WAMI – We are Made in Italy – offrendo così la possibilità ai giovani talenti di esprimersi liberamente.
La stilista italo-haitiana continua però a lanciare una serie di accuse al mondo del fashion. Stella Jean è membro della Camera Nazionale della Moda e ha spiegato le motivazioni che l’hanno spinta di nuovo a ritirarsi: la mancanza di impegno per la diversità e l’inclusione, il modesto supporto economico ai nuovi talenti.
La stilista ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame. «Finché non verrà data una vera e propria opportunità al collettivo Wami e finché le minoranze non verranno adeguatamente supportate», ha spiegato. Nonostante la Camera Nazionale abbia lavorato per rendere questa Milano Fashion Week un evento in grado di supportare i talenti emergenti.
Secondo la designer, la Camera della Moda ha ridotto in modo significativo il sostegno finanziario al collettivo Wami, primo collettivo di designer di colore a produrre tutto in Italia, fondato da Stella insieme a Edward Buchanan.
La Camera Nazionale della Moda risponde alle accuse
Il presidente della Camera ha invitato la stilista a portare al Consiglio le sue istanze. «Era stato richiesto uno spazio per Wami e Stella Jean. Lo abbiamo trovato. Ora entrambi gli slot sono rimasti vuoti. Noi siamo imprenditori e produttori: si è mantenuto quello che era stato promesso». Risposte che non sembrano soddisfare la stilista, che continua a criticare sia la mancanza di sostegno economico, sia la promessa di un tavolo di lavoro riservato alle minoranze etniche.