Ezio Bosso è morto oggi, 15 maggio, a Bologna, a causa della progressione di una malattia neuro degenerativa che l’aveva colpito nel 2011.
Nato a Torino nel 1971, Bosso è stato direttore d’Orchestra e compositore, ospite dei più grandi teatri e concert hall del mondo, sia nel ruolo di solista che in formazioni da camera.
La musica nel Dna
I tasti bianchi e neri del pianoforte scelti come terapia, ma anche come passione irrefrenabile. Ezio Bosso, infatti, era un compositore sempre alla ricerca di una sinfonia, di uno spartito o di una nota musicale che potesse dare il via all’atto creativo.
Il maestro Bosso aveva iniziato prestissimo a suonare, a nemmeno 5 anni. A quell’età già sapeva solfeggiare. Un predestinato. Ma l’incontro che segnerà la sua carriera sarà quello con il contrabbassista dei Wiener Philharmonic, Ludwig Streichter.
Fu lui, intuendone lo smisurato talento, a consigliargli di studiare composizione e direzione d’orchestra. Negli anni novanta si esibisce sui palchi della Sydney Opera House e della Carnegie Hall.
È stato il direttore di grandi Orchestre tra le quali la London Symphony Orchestra, l’Orchestra dell’Accademia della Scala di Milano, la Wien Residenz Orchester e la Sydney Youth Orchestra.
Nel 2011 viene operato al cervello per l’asportazione di un tumore e successivamente gli viene diagnosticata una patologia neuro degenerativa. Nonostante la malattia continua a suonare, comporre e dirigere. Nel 2016 partecipa al Festival di Sanremo, e tra il 2017 e il 2018 diventa direttore stabile del Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste.
Bosso si è occupato anche di colonne sonore per i film. In particolare per Gabriele Salvatores ha composto le musiche di Io non ho paura; Quo vadis, baby? e Il ragazzo invisibile.
Negli ultimi tempi aveva smesso di suonare al pianoforte: “se mi volete bene non chiedetemelo più”, aveva detto. Con le sue dichiarazioni molti hanno imparato ad amarlo, con la musica, invece, ha contrastato la malattia che imprigionava il suo corpo.
Il cordoglio del mondo dell’arte e delle Istituzioni
“Sono rimasto molto colpito dalla prematura scomparsa del maestro Ezio Bosso. Desidero ricordarne l’estro e la passione intensa che metteva nella musica, missione della sua vita, e la sua indomabile carica umana”, fa sapere il Capo dello Stato Sergio Mattarella attraverso un messaggio sui suoi canali social. Per il ministro dei Beni e le attività culturali, Dario Franceschini, Ezio Bosso rimane “un esempio di forza e speranza”.
A questi messaggi si aggiungono quelli del mondo della musica: “il silenzio di stamattina è un vuoto improvviso, come se la musica avesse perso il suo figlio prediletto”, commenta Lorenzo Jovanotti.
Mentre per l’amico Paolo Fresu “Ezio suonava il contrabbasso come nessun altro. Un virtuoso con una musicalità straordinaria che diventava un tutt’uno con lo strumento. Rimarrà il suo sorriso intenso. Rimarranno le sue parole oltre agli occhi umidi dei tanti che accorrevano ai suoi concerti”.
Dimostrazioni d’affetto spontanee, per un musicista a tratti spiazzante, capace di trasformare un destino avverso in un’opportunità, uno spirito eccelso che lascia un’eredità fatta di positività e bellezza.